corporativismo
Dottrina politico-sociale tendente a realizzare il principio della collaborazione tra le classi e le categorie sociali, sulla base di organismi rappresentativi degli interessi particolari delle varie attività professionali o artigiane (corporazioni). Storicamente, in Italia si possono distinguere due principali concezioni corporative. La prima, ispirata al solidarismo cristiano, nasce in opposizione alla società liberale scaturita dalla Rivoluzione industriale ed è alla base della dottrina sociale cattolica della seconda metà dell’Ottocento, che trova la sua sistemazione nell’enciclica Rerum novarum (1892), nella quale papa Leone XIII sollecita, in nome del solidarismo cristiano, la formazione di «corporazioni di arti e mestieri miste di operai e padroni» allo scopo di «unire le due classi tra loro». La seconda si sviluppa nel periodo fascista e ha il suo manifesto programmatico nella Carta del lavoro (1927). Come tentativo di costruire una rappresentanza basata sugli interessi e sulle categorie professionali, il modello di c. introdotto dal fascismo si differenziava dalla rappresentanza moderna, che, a partire dalla Rivoluzione francese, è di tipo politico-individualistico (basata cioè sulle opinioni politiche espresse dagli individui in quanto cittadini). Nel periodo fascista, i lavoratori erano chiamati ad autodisciplinarsi e a regolare ogni specie di rapporto economico che coinvolgesse le aziende nella propria struttura e nelle reciproche relazioni, nell’interesse superiore e generale della nazione. Ogni categoria professionale era univocamente rappresentata da una corporazione, che poteva agire solo se legalmente riconosciuta e che era sottoposta al controllo dello Stato. I risultati dei processi di negoziazione tra le corporazioni venivano applicati per legge a tutti i lavoratori, aziende o enti rientranti nelle corporazioni che avevano stipulato gli accordi (➔ closed shop).
Il termine ha acquisito nel tempo un significato più esteso e negativo, indicando la politica rivendicativa ristretta e settoriale, seguita da associazioni o da gruppi di lavoratori.