Patriarca copto di Alessandria (578-605). Eletto dopo un periodo molto tormentato per la Chiesa egiziana anti-calcedonense, riportò la pace all'interno e la restaurazione di un certo ordine ecclesiastico, e condusse forti polemiche con i calcedonensi e gli stessi monofisiti di Siria. In polemica con il triteismo di cui era accusato Giovanni Filopono (alle tre persone della Trinità corrisponderebbero tre diverse nature divine), sembra che D. sia giunto a identificare le proprietà costitutive delle persone della Trinità con le persone stesse; al di là di queste, D. avrebbe accentuato la nozione di "Dio comune", sostanza o natura di cui le tre persone della Trinità partecipano così che ciascuna si può chiamare Dio. Onde i suoi seguaci, damianiti, sono stati chiamati dagli oppositori sabelliani per l'affinità della dottrina col monarchianismo di Sabellio. Sotto il suo patriarcato fiorì una scuola letteraria in lingua copta. Delle sue opere sono rimaste una lettera sinodale e frammenti di un'omelia sulla Natività.