Verso composto di dieci sillabe metriche, la cui varietà con accenti ritmici sulla 3ª, 6ª e 9ª sillaba, senza cesura e molto orecchiabile, ha esempi nel Settecento in P. Rolli, nell’Ottocento in A. Manzoni (Soffermàti sull’àrida spónda). Nell’uso antico, ripreso dai romantici e poi da Pascoli, è spesso nella forma di un doppio quinario con cesura fissa dopo il primo quinario (Al mio cantuccio, // donde non sento, G. Pascoli).
Nella metrica classica, d. alcaico, il quarto verso della strofe alcaica (➔ strofa).