Movimento di spiritualità mistica sorto nei Paesi Bassi nella seconda metà del 13° sec. e da lì propagato da varie istituzioni religiose (‘fratelli’ e ‘sorelle della vita comune’, canonici regolari di Windesheim) nella Germania occidentale, dove si sviluppò fino al 16° sec., facendo sentire il suo influsso anche in altri paesi. Ne furono ispiratori G. Groote e F. Radewijns, seguiti da Gerardo di Zutphen, Gerlac Peters, Enrico di Mende, Johannes Vos di Huesden, Tommaso da Kempis, J. Monrbaer. Il tipo di spiritualità da essi promosso si caratterizza per l’importanza della preghiera del cuore e della mente, rispetto a quella vocale e liturgica, per la vigilanza su sé stessi nella lotta contro le passioni e il peccato, per lo scopo di tendere tutte le facoltà al servizio di Dio, per lo sforzo di unire alla propria vita Gesù Cristo, imitandolo. L’opera più significativa uscita dal movimento, quella che ne diffuse le dottrine – adottate in parte da Ignazio di Loyola – è appunto L’imitazione di Cristo.