Teoria antropologica sorta alla fine del 19° sec. e affermatasi nei primi decenni del successivo sulla base della ‘teoria delle migrazioni’ di F. Ratzel. In polemica con gli evoluzionisti, i diffusionisti vedevano nelle migrazioni, nel contatto, negli scambi, nei prestiti tra culture i fenomeni da indagare per ricostruire la storia culturale delle varie società. Oggetti, idee, invenzioni hanno punti di origine precise da cui, nel tempo, si diffondono nelle società più o meno vicine (teoria dei ‘cerchi culturali’). Le società stesse sono rappresentabili come insiemi di ‘strati culturali’ (L. Frobenius). Il d. ebbe in padre W. Schmidt uno degli esponenti di maggior rilievo, capace di dare un forte impulso alla ricerca etnografica. In Inghilterra le teorie iperdiffusioniste di G. Elliot Smith e W.J. Perry, secondo le quali si poteva identificare nell’Egitto antico l’origine di tutte le grandi conquiste dell’umanità, furono aspramente criticate. In America, alcuni allievi di F. Boas diedero vita a una forma originale di d. (C. Wissler e la teoria delle ‘aree culturali’). Le teorie diffusioniste vennero criticate soprattutto per la loro incapacità di dar conto dell’innovazione e della creatività e per aver fornito un’immagine poco organica delle società umane. Di recente, i fenomeni della globalizzazione hanno portato alla rivalutazione di alcuni aspetti teorici del diffusionismo.