L’arte, nata fra gli Etruschi, poi passata ai Romani e codificata nei libri fulgurales, di divinare il futuro mediante l’interpretazione del luogo di provenienza, della direzione e del punto di arrivo del fulmine. Il cielo era diviso in 16 zone, 11 delle quali appartenevano a varie divinità: ogni folgore aveva un particolare significato a seconda della zona del cielo (e quindi della divinità) da cui proveniva. Gli oggetti toccati dal fulmine erano sotterrati nel punto in cui era caduto, e attorno si ergeva un recinto (puteal): si sacrificava poi una pecora (bidens) dalla quale prese nome il luogo colpito (bidental).