Militare e uomo politico israeliano (n. nel kibbuz Mishmar Hasharon, Tel Aviv, 1942), di origine lituana. Segretario del Partito laburista israeliano nel 1997, divenuto primo ministro nel 1999, ha proseguito la linea politica di Y. Rabin, tesa a favorire il processo di pace con i Palestinesi, con il ritiro delle truppe israeliane dal Libano meridionale. Fallite le trattative con Y. ‛Arafat, è stato sconfitto da A. Sharon nelle elezioni politiche del 2001. Alla guida del partito laburista e ministro della Difesa dal 2007, nel 2009 è entrato con la stessa carica nel nuovo esecutivo guidato da B. Netanyahu. Nel novembre 2012 ha annunciato la sua decisione di lasciare la politica attiva.
Entrato giovanissimo nell'esercito (1959), fece una brillante e rapida carriera: assegnato all'unità speciale più elitaria delle forze armate israeliane, Sayeret Metkal, prestò servizio attivo nella guerra dei Sei Giorni (1967) e del Kippūr (1973), e si distinse in numerose azioni di guerriglia e di salvataggio. Nel 1972 e nel 1976 comandò i gruppi speciali che parteciparono alla liberazione dei passeggeri tenuti in ostaggio rispettivamente all'aeroporto di Tel Aviv e di Entebbe (Uganda); nell'aprile 1973 fu a capo del commando che rintracciò e uccise tre palestinesi ritenuti responsabili dell'assassinio di undici atleti israeliani durante le olimpiadi del 1972 a Monaco di Baviera. Dopo aver assunto incarichi di grande prestigio, dal 1991 al 1994 fu capo di Stato Maggiore generale e nel 1995 lasciò l'esercito come il soldato più decorato nella storia di Israele, per impegnarsi nella vita politica. Eletto ministro degli interni nel governo di Y. Rabin (1995), assunse la carica di ministro degli esteri con S. Peres (1995-96). Schieratosi con il Partito laburista, B. ne divenne segretario nel 1997. Nel 1999, con il 56% dei suffragi, fu eletto primo ministro. Nell'autunno B. rilanciava i colloqui di pace con l'Autorità nazionale palestinese, dopo la lunga pausa imposta dal precedente primo ministro B. Netanyahu, e siglava con Y. ‛Arafat l'intesa di Šarm al-Šayẖ (sett. 1999). Nel luglio 2000, a poche settimane dal ritiro delle truppe israeliane dal Sud del Libano (maggio), il governo di B. entrava in crisi per l'uscita dei ministri del Partito degli immigrati russi, Israel B̓Aliyah, dello Shas e del Partito nazionale religioso. Sempre nel mese di luglio fallivano, sul nodo irrisolto della sovranità su Gerusalemme, gli incontri di Camp David con ‛Arafat e alla fine di settembre scoppiava una grave crisi nei territori palestinesi che metteva sempre più a repentaglio l'ormai precaria coalizione politica che sosteneva B. in parlamento. Nel mese di dicembre B. annunciò elezioni speciali per la carica di primo ministro, che limitavano la rosa dei candidati ai soli membri della Knesset. Le elezioni del 6 febbraio 2001 fecero registrare, con il 62%, la più bassa percentuale di votanti mai registrata in Israele. B. fu sconfitto con appena il 37,6% dei voti, mentre A. Sharon, leader del Likūd e ministro della Difesa dal 1981 al 1983, ottenne il 62,4%. In seguito alla sconfitta si dimise anche dalle cariche di leader del partito laburista e di deputato del parlamento. Ritornato alla politica attiva nel 2005 avanzando la candidatura alla leadership del partito laburista, da cui si ritirò poi sostenendo S. Peres, nel 2007 conquistò la guida del partito ed entrò nel governo di E. Olmert come ministro della Difesa. Dopo la pesante sconfitta subita dai laburisti alle elezioni anticipate del febbraio 2009, la sua scelta di entrare nel nuovo esecutivo di unità nazionale guidato da B. Netanyahu ha suscitato molti dissensi nelle file del partito; nel governo, B. è stato confermato alla Difesa. Nel novembre 2012, alla vigilia delle elezioni legislative anticipate previste per il gennaio successivo, il militare ha annunciato la sua decisione di lasciare la politica attiva.