Mammifero della famiglia Elefantidi, unica dell’ordine Proboscidati. Gli e. appartengono a due generi: Loxodonta (in Africa) e Elephas (in Asia). Sono i più grandi Vertebrati viventi terrestri: l’e. africano supera i 4 m di altezza e le 10 tonnellate. Le loro caratteristiche più note sono la proboscide e le zanne. La proboscide, originata dalla fusione di labbro superiore e naso, è specializzata nella manipolazione di oggetti e possiede forza e precisione; è usata anche per aspirare l’acqua, riversata poi in bocca o spruzzata sul corpo. La proboscide termina con le narici e una (e. asiatico) o due (e. africano) appendici prensili e tattili. L’estesa superficie delle orecchie, riccamente vascolarizzata, ha la funzione di disperdere il calore corporeo in eccesso. La dentatura è composta dalle zanne, i due incisivi superiori a crescita continua, utilizzate per scavare in cerca di acqua, per sradicare alberi e come armi o deterrenti. Su ogni arco mascellare si trovano 6 molari, con lamine trasversali rivestite di smalto, i quali eruttano posteriormente e progrediscono verso l’estremità anteriore della mascella, dove il più usurato cade ed è sostituito dal successivo. Questo ciclo si ripete 5 volte.
Gli e. formano gruppi sociali composti da femmine adulte (spesso imparentate) e dai loro cuccioli, guidati dalla femmina più anziana, la matriarca. I maschi adulti sono in genere solitari. Emettono un’ampia gamma di suoni, tra i quali infrasuoni, usati nella comunicazione a lunga distanza. Passano anche 18 ore al giorno ad alimentarsi di vegetali (erba, foglie, corteccia, frutti, semi ecc.). La gravidanza dura 22 mesi; è partorito un solo cucciolo. I maschi adulti passano ciclicamente per una condizione di aggressività (musth), connessa a una maggiore produzione di ormoni sessuali, segnalata dall’ipersecrezione delle ghiandole temporali. La vita media è di 60-80 anni.
Sia l’e. africano che l’e. asiatico sono ammaestrabili, utilizzati per lavori faticosi o come intrattenimento. Dal 1989 il commercio internazionale dell’avorio ricavato dalle zanne è proibito o regolamentato strettamente, per contrastare il bracconaggio. Di conseguenza le popolazioni selvatiche, soprattutto di e. africano, sono cresciute, sebbene permanga la minaccia di estinzione.
L’ e. africano (Loxodonta africana; fig. 1A) è caratterizzato da ampie orecchie e grandi zanne, lunghe anche 3 m per oltre 90 kg di peso. Le zampe anteriori hanno 4 dita, le posteriori 3. È diffuso nell’Africa subsahariana, di preferenza nelle savane, ma si spinge anche in montagna, fino a 5000 metri s.l.m., e in zone subdesertiche. L’e. africano di foresta, diffuso nelle foreste pluviali dell’Africa centro-occidentale, ha orecchie circolari e supera raramente i 2,5 m. di altezza, come adattamento all’habitat forestale. Alcuni autori lo considerano una specie (Loxodonta cyclotis) distinta dall’e. africano; secondo altri sarebbe una sottospecie (Loxodonta africana cyclotis). I due ecotipi comunque generano forme fertili con caratteristiche intermedie. L’esistenza dell’ e. pigmeo (Loxodonta pumilio), specie forestale di dimensioni molto ridotte, sembra esclusa dalle analisi genetiche; si tratterebbe di individui giovani di Loxodonta cyclotis.
L’ e. asiatico o indiano (Elephas maximus; fig. 1B), ha dimensioni minori (altezza 3-4 m; peso 3-5 tonnellate) dell’e. africano, orecchie più piccole e zanne meno sviluppate, quasi assenti nella femmina; zampe anteriori con 5 dita, posteriori con 4; la pelle presenta maggiore peluria. È diffuso, con differenti razze geografiche, dall’India alla penisola Indocinese, in Sri Lanka e Indonesia; preferisce le zone in cui si combinano habitat forestali, di prateria e di macchia aperta. Gli esemplari più chiari o pezzati di chiaro, gli e. bianchi, sono venerati.
I primi Elefantidi fossili sono del Pliocene inferiore dell’Africa (per es., Primelephas). Da qui si diffusero in Asia e in Europa nel Pliocene superiore e in America Settentrionale nel Pleistocene. Elephas falconeri, del Pleistocene della Sicilia, è un esempio di nanismo insulare: da adulto era alto 90 cm. Il ritrovamento di crani fossili di questa specie originò forse la leggenda dei Ciclopi: le cavità nasali furono erroneamente interpretate come un’unica orbita oculare. Dello stesso periodo sono noti i mammut.
Gli e. da guerra di Cartaginesi ed Egiziani appartenevano a una razza nordafricana di e. africano, estinta in epoca romana; anche gli e. asiatici furono addestrati nell’antichità per l’impiego in guerra.