Primogenito (Monmouth 1387 - Bois de Vincennes 1422) di Enrico IV, salì al trono nel 1413. Invase la Francia, inaugurando la seconda fase della guerra dei Cent'anni. Vincitore ad Azincourt (1415), con il Trattato di Troyes (1420) fu riconosciuto erede al trono di Francia e signore di Normandia.
Si era distinto nelle spedizioni gallesi contro O. Glendower. Divenuto re nel 1413, represse con fermezza l'eresia lollarda (1414) e sventò il tentativo, promosso da alcuni nobili, di porre sul trono l'erede presuntivo di Riccardo II, Edmund Mortimer. In politica estera E. riaprì il conflitto con la Francia, dando inizio alla seconda fase della guerra dei Cent'anni; egli rivendicava i territori di Francia ceduti con il trattato di Brétigny e insieme le terre di Normandia e dell'Angiò, come condizione del suo matrimonio con Caterina di Francia. Così nell'agosto 1415 sbarcava in Normandia, occupava Harfleur e marciava su Calais: il 25 ottobre ad Azincourt, in una grande battaglia, sconfiggeva i Francesi. Rientrato in Inghilterra, ricevette la visita dell'imperatore Sigismondo con il quale strinse un'alleanza che contribuì, tra l'altro, a porre fine allo scisma d'occidente. Nel 1417, tornato in Francia, E. conquistava la Normandia e giungeva alle porte di Parigi. Il trattato di Troyes (maggio 1420) lo riconosceva erede al trono di Francia, reggente in vita del re Carlo VI e signore di Normandia; pochi mesi dopo, sposata Caterina, entrava trionfalmente a Parigi. Quando tornò in Inghilterra, fu subito costretto ad accorrere in Francia per portare soccorso ai Borgognoni, che erano suoi alleati, e per debellare gli Armagnacchi. Dopo alcuni successi iniziali, moriva di febbri nel corso della campagna.