(gr. ᾿Επίδαυρος) Antica città dell’Argolide presso un santuario di Asclepio, che, preceduto da culti più antichi, ebbe grande fama a partire dal 4° sec. a.C.
Resti della città sono sull’acropoli nella penisola di Acte (odierna Nisì), dove si identificano i templi di Atena Cissea e Artemide. Nel santuario di Asclepio sono scarsi e di incerta attribuzione gli avanzi anteriori al 4° sec. a.C., comunque non più antichi del 6°. Nel recinto sacro, delimitato da mura e da portici e con propilei monumentali, sorgeva il tempio del dio (dorico, periptero esastilo), costruito in calcare da Teodoto (370 a.C.) e impreziosito da decorazioni e da sculture frontonali (a O un’Amazzonomachia, a E un’Iliupersis) e acroteriali marmoree, opera di Timoteo e di altri scultori. La tradizione attribuisce a Trasimede di Paro la statua crisoelefantina di Asclepio che era all’interno del tempio. Entro il peribolo era la thòlos, della seconda metà del 4° secolo. All’esterno erano il grande albergo (Katagògion) per i pellegrini e il teatro, opera di Policleto il Giovane, con ampia cavea e orchestra circolare, ben conservato; presso lo stadio, un ginnasio e un edificio termale di età romana. Nello stadio e nell’ippodromo si svolgevano ogni quattro anni dei giochi panellenici (Asklepièia). TAV.