L’arco di tempo iniziato con l’introduzione e l’uso esteso degli elaboratori elettronici e delle tecniche a essi connesse. Gli elaboratori elettronici sono capaci di trattare solo dati rappresentabili con quantità numeriche definite la cui precisione può essere qualsivoglia. Da questa caratteristica degli elaboratori e dall’informatica, cioè la scienza e la tecnica che li descrivono, discende la definizione di digitale per tutto il mondo reale e per il cosiddetto mondo virtuale che li sottende. Inoltre la miniaturizzazione dei componenti e la disponibilità di reti trasmissive sempre più potenti hanno provocato una crescente diffusione di strumenti e funzionalità digitali, che hanno permeato e cambiato radicalmente molti modi dell’agire umano. La diffusione dell’uso dell’informatica intorno alla fine degli anni 1950 e i viaggi spaziali hanno dato l’inizio all’e. d. nella quale siamo immersi e hanno permesso una diffusione capillare della cultura e della conoscenza, oltre all’introduzione di strumenti che hanno migliorato la qualità della vita, trasferendo a una macchina una grande quantità di operazioni ripetitive o che azzerano percorsi lunghi e complessi. Indicatore caratteristico di questa e. d. è la quantità di strumenti diversi che ci circondano in tutti i momenti della quotidianità e per i quali sono cambiate le regole costruttive ed i modi di realizzarli. Dall’inizio del terzo millennio la quantità di dispositivi, grandi e piccoli, che si basano su elementi e architetture digitali è aumentato vertiginosamente ed è possibile affermare che non esistono quasi più strumenti guidati da sistemi esclusivamente meccanici e analogici; anche le più grandi macchine utensili o i mezzi di trasporto sono controllati, indirizzati e comandati da minuscoli elaboratori, i microchip. Persino per riparare malfunzionamenti e carenze del corpo umano, la più complessa e delicata macchina esistente, si fa sempre più ricorso a microchip, come per regolare disfunzioni cardiache, per collegare gli impulsi nervosi del cervello a protesi esterne, o per le protesi interne come quelle acustiche.