(gr. ᾿Ερέτρια) Antica città dell’Eubea; prosperosa per la sua attività marinara e commerciale, durante l’8° e il 7° sec. a.C. partecipò al movimento coloniale greco nell’Egeo. Insieme ad Atene aiutò Mileto contro i Persiani (499 a.C.), attirandosi l’ira di Dario che nel 490 la fece distruggere. Ricostruita, partecipò alle battaglie dell’Artemisio, di Salamina e forse di Platea. Appartenne alle due leghe marittime ateniesi del 5° e 4° sec. a.C. Conquistata dai Romani nel 198 a.C., mantenne una notevole importanza, fino a quando, alla fine dell’Impero, cominciò a decadere, per poi scomparire del tutto, a causa del progressivo impaludamento della zona.
Gli scavi hanno portato alla luce una fitta documentazione archeologica. I rinvenimenti più antichi, provenienti dall’acropoli e dall’agorà classica, risalgono al Neolitico e soprattutto al Medio e Tardo Elladico; un notevole numero di resti si data anche al periodo geometrico (9°-8° sec.), cui risalgono alcune sepolture con ceramiche geometriche attiche e diademi d’oro. Dell’abitato dell’8° sec. si hanno tracce consistenti; notevoli gli avanzi della città di età classica e soprattutto ellenistica, tra cui l’agorà, il teatro, grandi case, edifici di culto, ginnasi, fontane. Particolarmente interessanti gli scavi sotto le fondazioni del tempio di Apollo, che hanno rivelato la presenza di un edificio, interpretato come la casa del principe, distrutto alla fine dell’8° sec., sopra il quale venne impiantato l’hekatompedon in onore di Apollo (eretto nel 530 a.C.), distrutto a sua volta dai Persiani nel 490, e di cui sono noti i frammenti di sculture frontonali.