Lo studio del passato delle culture amerindie scomparse o acculturate in seguito all’impatto con l’Occidente.
Il termine nasce negli USA intorno al 1940, introdotto da alcuni antropologi, storici e archeologi. Nel 1955, con la fondazione della rivista Ethnohistory, si sviluppa un dibattito più ampio e i confini dell’e. si estendono agli studi storico-etnologici di tutti i popoli normalmente studiati dagli antropologi e presso i quali il documento scritto è assente o secondario rispetto ad altri tipi di fonti. L’e. ha come fonti, infatti, sia tradizioni orali autoctone (come resoconti formali socialmente controllati o, in minor misura, semplici testimonianze), sia materiale documentario di provenienza esterna alle società studiate (storiografia di popoli limitrofi o conquistatori, resoconti di viaggiatori, mercanti e missionari), sia infine dati archeologici e linguistici.
All’e., precedentemente intesa come storia dei popoli senza scrittura, si tende ad attribuire anche l’impiego di metodi etnologici nella ricostruzione del passato dei popoli letterati per meglio indagare tematiche quali l’immaginario, le strutture di parentela, la gestualità, la vita quotidiana ecc.
Con il termine e. si definisce anche quel particolare ambito di ricerca inerente alle percezioni che i singoli popoli hanno della propria storia e della costruzione sociale di essa.