In economia (anche, ma soprattutto nel linguaggio finanziario, sopraprofitto), l’eccedenza sul profitto normale del profitto effettivamente conseguito dalle imprese non marginali. Si tratta di un guadagno differenziale derivante dal fatto che il prezzo dello stesso prodotto sul mercato è unico, mentre i costi unitari medi delle singole imprese differiscono tra loro in conseguenza delle diverse capacità tecniche e organizzative degli imprenditori, di particolari situazioni di ubicazione, di disponibilità di brevetti e materie prime, di casuali circostanze di congiuntura. L’e. (che è detto anche semplicemente profitto da chi vede nel profitto normale la somma del salario di direzione, dell’interesse del capitale investito dall’imprenditore e della remunerazione a lui spettante) deriva quindi spesso da situazioni di mercato più che da meriti dell’imprenditore e può considerarsi in tal caso un fenomeno di quasi-rendita. Nelle forme di mercato dove non esistono barriere all’entrata, l’esistenza di e. attira nuove imprese nei settori dove essi si verificano determinando, attraverso l’espansione delle quantità offerte sul mercato, la diminuzione dei prezzi dei beni prodotti e la conseguente progressiva riduzione degli e. stessi fino alla realizzazione dei soli profitti normali di lungo periodo.
L’e. è quindi una condizione tipica delle forme di mercato non perfettamente concorrenziali, dove le imprese hanno la facoltà di determinare i prezzi (imprese price-setter) e lasciare al mercato la determinazione della quantità. Il prezzo fissato risulta superiore al costo medio di produzione, generando quindi la rendita monopolistica.