Economista e uomo politico (Morbegno 1903 - Roma 1956). Allievo di B. Griziotti, prof. di scienza delle finanze all'Istituto di economia e commercio di Venezia (dal 1939) e all'Università statale di Milano (dal 1957). Tra i fondatori della Democrazia cristiana, partecipò alla Resistenza e diede un notevole apporto alla redazione del cosiddetto Codice di Camaldoli (1944), fondamento della dottrina sociale del partito. Membro della Consulta nazionale e della Costituente, senatore dal 1948, fu ministro del Commercio estero (1947), delle Finanze (1948-54), del Tesoro ad interim (1951-52; 1956) e del Bilancio (dal 1954). Si devono a lui la riorganizzazione degli uffici finanziarî del dopoguerra e il ripristino della dichiarazione annuale dei redditi. Piano V. è detto lo schema di sviluppo dell'occupazione e del reddito (1955-64), elaborato da un gruppo di esperti su ispirazione di V., e da lui stesso presentato al parlamento nel 1955: primo sistematico tentativo per superare la disoccupazione strutturale attraverso un razionale impiego del prevedibile aumento del reddito nazionale, tuttavia mai tradotto in misure concrete di programmazione economica. Tra le opere, oltre ai corsi universitarî (importanti gli Elementi di diritto tributario) e a numerosissimi saggi, si citano: Natura e interpretazione delle leggi tributarie (1932); Problemi dell'imposizione sugli scambî (1939); Discorsi sul programma di sviluppo dell'occupazione e del reddito in Italia (1956).