Naturalista (Pomarolo 1730 - Firenze 1805). Microscopista tra i più grandi del sec. 18º, F. cercò di dimostrare la struttura fibrillare della materia vivente ed è considerato, grazie alle sue osservazioni microscopiche, un precursore della teoria cellulare. La sua attività scientifica abbaracciò diversi campi: fisiologia, zoologia, parassitologia, fisica, chimica e, in genere, scienze naturali.
Compiuti gli studi a Padova, nel 1755 si trasferì a Bologna ove collaborò con L. M. A. Caldani in ricerche sulla irritabilità e sensibilità animale. Nel 1765 venne chiamato all'univ. di Pisa, divenendo anche (1766) fisico di corte del granduca Leopoldo I, per il quale organizzò e allestì il Reale Museo di fisica e storia naturale, aperto al pubblico nel 1775: vi riunì ricche collezioni di animali, piante, minerali e preparò la famosa raccolta di cere anatomiche. Oltre che alle ricerche sulla irritabilità muscolare, si dedicò anche agli studi sulla contrazione dell'iride (di cui scoprì il canale che porta il suo nome) e sugli effetti del veleno delle vipere e di altre sostanze tossiche. F. giunse a scoprire e a descrivere le fibre nervose ("cilindri nervosi primitivi") distinguendovi il cilindrasse, la guaina mielinica e la guaina endonervale e, successivamente, a dimostrare la rigenerazione delle fibre nervose recise. Descrisse inoltre la struttura della fibra muscolare striata e osservò il nucleo delle cellule animali e vegetali. Fu tra i promotori in Italia, con Cigna, Salluzzo, Volta, Landriani, Fabbroni e altri, della chimica pneumatica, ovvero dello studio delle proprietà chimiche dei gas; ideò un apparecchio (eudiometro) per l'analisi dei gas; dimostrò sperimentalmente la validità della legge di Boyle e Mariotte per numerosi gas diversi dall'aria; con un procedimento molto ingegnoso, mostrò che uno scambio di calore non è accompagnato da variazioni delle masse dei corpi interessati; usò per primo i fili di ragno nei micrometri applicati ai cannocchiali astronomici.