In biologia, fibre del tessuto connettivo di vario calibro, presenti in quantità preponderante sulle altre fibre nel tessuto elastico, di cui tipici esempi sono i legamenti gialli delle vertebre, le corde vocali, le tuniche delle arterie ecc.
Le fibre e. sono costituite dall’ elastina, una scleroproteina formata da glicina (27% circa), alanina (23%), valina (17%), prolina (12%), leucina (12%) ecc., e caratterizzata dalla presenza di desmosina, che è necessaria per la formazione di legami trasversi tra molecole differenti di elastina, indispensabili per le proprietà elastiche della proteina. L’elastina differisce dal collagene, oltre al contenuto maggiore di valina e leucina, minore di arginina e idrossiprolina, e all’assenza di idrossilisina, per la sua maggiore resistenza agli agenti idrolizzanti sia chimici sia biologici: autolisi, necrosi e altri processi che distruggono i tessuti e non intaccano l’elastina.
In patologia, l’ elastoressi è lo scarso sviluppo, distrettuale o generalizzato, del tessuto elastico, con tendenza alla rottura delle sue fibre e conseguente sfiancamento di pareti vasali, flaccidità della pelle ecc. L’ elastoma è una formazione neoplastica benigna connettivale, con prevalenza di fibre e.; l’ elastofibroma un tumore fibroso, benigno, localizzato nella profondità del derma della regione sottoscapolare di individui anziani, talvolta bilaterale, a lento accrescimento, istologicamente caratterizzato dalla presenza di fasci collageni e di masserelle di materiale omogeneo con le proprietà tintoriali del tessuto elastico.