Liszt, Franz
Straordinario pianista e grande innovatore della musica ottocentesca
Compositore ungherese dell’Ottocento, colto e cosmopolita, fu anche un celebre virtuoso del pianoforte. Creatore di un nuovo genere musicale, il poema sinfonico, composizione per orchestra che trae la sua ispirazione da motivi storici, pittorici, letterari o naturalistici; Liszt sviluppò un linguaggio originale e nuovo, spesso venato di misticismo, che avrebbe portato a un superamento della musica romantica
Franz Liszt nacque nel 1811 a Raiding, una cittadina ungherese poco distante da Vienna, da una famiglia di origine tedesca. Precocemente dotato, tenne i primi concerti come pianista all’età di nove anni, destando l’ammirazione di alcuni aristocratici che finanziarono i suoi studi a Vienna, dove ebbe come maestri Carl Cerny e Antonio Salieri.
Dal 1824 proseguì la formazione a Parigi, città in cui visse per dodici anni, dedicandosi anche a studi di filosofia, letteratura e letture religiose. A Parigi Liszt strinse amicizia con letterati come Heinrich Heine e Victor Hugo, e con musicisti quali Hector Berlioz e Fryderyk Chopin. Intanto la sua notorietà come pianista cresceva rapidamente, grazie ai numerosi concerti.
Tra il 1839 e il 1847 Liszt raggiunse l’apice del successo come pianista dal virtuosismo originale e spettacolare: accompagnato da un fanatismo che Heine definì lisztomania, gettò le basi del concertismo pianistico moderno, conquistando in tutta Europa fama e compensi straordinari, paragonabili solo a quelli ottenuti pochi anni prima dal violinista Niccolò Paganini. Tra i suoi innumerevoli amori con donne appartenenti agli ambienti sociali e culturali più elevati, vanno ricordati i legami sentimentali con la contessa Sofia d’Agoult e con la principessa Carolina di Sayn-Wittgenstein.
Per il suo strumento Liszt scrisse numerose composizioni, spesso di grande difficoltà tecnica. Esse si possono dividere in lavori a carattere didattico, tra cui i Ventiquattro grandi studi (1837) e i Sei studi di esecuzione trascendentale da Paganini (1838 e 1851); musiche da concerto e da salotto, come le 19 Rapsodie ungheresi (1840-85) e le numerose parafrasi, cioè rielaborazioni pianistiche delle più celebri opere liriche; composizioni a programma, create nello spirito dei poemi sinfonici con l’intento di trasmettere attraverso la musica immagini poetiche o naturalistiche, spesso contemplate nel corso degli innumerevoli viaggi. È il caso di Anni di pellegrinaggio, divisa in tre Quaderni di viaggio scritti in più riprese dal 1835 al 1877, dedicati alla Svizzera e all’Italia, e contenenti anche pagine di ispirazione più intima e meno esteriore.
Dal 1848 al 1861 Liszt soggior;nò nella cittadina tedesca di Weimar, dove stimolò e promosse, anche come direttore d’orchestra, un’intensa attività artistica. A questo periodo risalgono dodici dei suoi tredici poemi sinfonici per orchestra, tra cui I preludi (1848 e 1850-54), Tasso (in tre versioni tra il 1849 e il 1854), Prometeo (1850 e 1855), Mazeppa (1851), Amleto (1858). Mazeppa, secondo una leggenda slava rivisitata da Victor Hugo, era un paggio che sedusse una dama polacca e per questo fu condannato a essere trascinato in una folle corsa, legato su un cavallo, fino ai confini del mondo; in Ucraina i cosacchi lo raccolsero in fin di vita e ne fecero il loro re: Liszt ne fa il simbolo dell’artista che, trascinato dal suo genio, attraverso la sofferenza diventa poeta.
I poemi sinfonici di Liszt, caratterizzati da grande libertà formale e originalità di linguaggio, affascinarono e influenzarono molti compositori, come Richard Strauss, César Franck e Richard Wagner. Di quest’ultimo Liszt ebbe molta stima e si adoperò per diffonderne le musiche; la figlia di Liszt, Cosima, contro la volontà del padre scelse di lasciare il primo marito (il direttore Hans von Bülow ) per sposare Wagner nel 1857.
Dal 1861 al 1869 Liszt risiedette a Roma: nel centro del cattolicesimo le sue tendenze mistiche si ridestarono, tanto da indurlo a ricevere gli ordini minori di s. Francesco. Gli anni romani furono quasi interamente dedicati a lavori di ispirazione religiosa, tra cui la Messa per l’incoronazione (1866-67) e un Requiem (1867-68) per soli coro e orchestra.
Negli ultimi anni di vita, trascorsi tra Roma, Weimar e Budapest, Liszt compose principalmente brevi brani per pianoforte, caratterizzati da un uso assai ardito dell’armonia e da intensa espressività. Morì a Bayreuth nel 1886 mentre assisteva al festival wagneriano.