Il maschio adulto dei polli (➔ pollo) domestici e di altri Uccelli Galliformi, appartenenti al genere Gallus (➔). Differisce dalla gallina per vari caratteri sessuali secondari: piumaggio vivamente colorato, penne del collare e copritrici superiori della coda lunghe e falciformi, tarsi provvisti di sperone, cresta rossa sviluppata ed eretta, bargigli, istinto aggressivo, canto tipico e forte. Ai fini alimentari si utilizza il galletto (di circa 6 mesi); l’adulto ha carne dura. G. cedrone (o urogallo) Uccello (Tetrao urogallus; v. fig.) Galliforme, il più grande della famiglia Tetraonidi. Lungo 55-100 cm; ha coda rotonda; ala lunga circa 30 cm; il maschio è grigio lavagna, con fini strisce trasversali nere. Abita le foreste alpine mature oltre i 1800 m e la taiga; è onnivoro. Nel periodo della riproduzione il maschio si esibisce in complesse posture e canti rituali per attrarre le femmine. Stazionario e nidificante nelle regioni fredde dell’Eurasia, in Italia è presente sulle Alpi orientali. La caccia al g. cedrone in Italia può essere autorizzata localmente.
G. di montagna Nome comune di alcuni Uccelli della famiglia Tetraonidi.
Il g. entra in riti, miti e simbolismo religiosi soprattutto in virtù del suo canto mattutino, che sembra evocare il sole e scacciare le tenebre. Il suo legame con il sole è accentuato nell’antica religione persiana, nelle religioni vedica e greca. Quale allontanatore dei demoni, può figurare in riti di fondazione, di guarigione: nell’antichità classica era associato, per es., a Esculapio. Nei riti antichi dello shintoismo è animale proprio della dea solare Amaterasu. È ampiamente usato come animale sacrificale in Africa e riappare, come tale, nei movimenti sincretistici afro-brasiliani e nel vudu. Per la sua esuberanza sessuale trova posto nei riti di fertilità e matrimoniali sia in alcune religioni antiche, sia nel folclore europeo. Nella tradizione iconografica, è inoltre raffigurato come simbolo della vigilanza o della combattività, mentre sulle tombe simboleggia la risurrezione.