(o Gadames) Oasi e centro della Libia (7000 ab. circa), nel Fezzan occidentale, a 361 m s.l.m. nel punto di congiunzione dei confini libico, tunisino e algerino. Diviso in due nuclei, il maggiore abitato da Berberi, l’altro da Arabi, è caratteristico per le vie strettissime, le bianche case in muratura coronate da terrazze intercomunicanti, le piazzette e le piccole moschee.
La popolazione libica indigena conobbe per la prima volta il dominio romano con la spedizione di L. Cornelio Balbo del 21-20 a.C. ed è attestato un presidio romano per la prima metà del 3° sec. (Cydamus). Sotto il dominio bizantino, G. si convertì al cristianesimo, e fu sede di vescovato. Occupata dagli Arabi nel 667 d.C., entrò nell’orbita spirituale dell’Islam. Fece parte dei grandi imperi dell’Islam nordafricano (Almoravidi, Almohadi, Hafsidi), ma godette anche di lunghi periodi di indipendenza, reggendosi sull’assemblea dei cittadini e dei notabili. Nel 1842 vi si impiantò il dominio turco. Occupata dagli Italiani nel 1913, e poi di nuovo nel 1924, era divenuta fiorente centro turistico della colonia libica. Occupata dai Francesi nel 1943, fa ora parte della Repubblica di Libia.