(arabo Fazzān) Regione della Libia (circa 550.000 km2), a S della Tripolitania. Confina a N con la desolata Hamada al-Hamra, a E con i rilievi dell’Haruj e con quelli che si ricollegano al Tibesti; a S con il Ciad e il Niger; a O con l’Algeria. Il nucleo della regione è costituito da tre depressioni: l’Uadi Sciati, l’Uadi el-Agiāl e l’Uadi Bergiug, ricche di oasi; tutto il resto del F. è desertico con poche oasi isolate. Il clima è caratterizzato da temperature molto elevate (fino a 40-50 °C in agosto), grande secchezza dell’atmosfera e fortissimi squilibri diurni. Le piogge possono mancare per molti anni; quando si verificano, hanno carattere breve ma impetuoso. Violento e temutissimo è il vento ghibli. Nelle oasi la vegetazione è costituita principalmente da palme selvatiche o coltivate, con notevole produzione di datteri. La popolazione (circa 50.000 ab.) è mista. I gruppi sedentari, a cultura agricola ( Fazazna), hanno varia provenienza, Sudan, Egitto, Tibesti. I nomadi sono rappresentati dai Tuareg, puri Berberi, e dai Tibbu o Tebu. Il sottosuolo è ricco di petrolio e di minerali di ferro.
Nel F. l’uomo è presente fin dal Paleolitico (amigdali, strumenti su scheggia di tipologia musteriana, manufatti ateriani, complessi microlitici). Numerose le stazioni neolitiche, con ceramica impressa e industria litica di svariata tipologia. Nelle sepolture, i defunti sono spesso deposti in posizione laterale flessa, pratica già in uso nel Capsiano (Aïn Dokkara) che si ritrova fino al 4° sec. d.C. (Germa). Per l’arte rupestre sono state riconosciute diverse fasi: della Grande fauna selvaggia, delle Teste rotonde, Pastorale, del Cavallo, fino alla Camelina di era volgare.