Architetto e urbanista (Parenzo 1896 - Mauthausen 1945). Esponente di primo piano dell'architettura razionale in Italia, tra le sue realizzazioni più importanti sono da ricordare il palazzo degli uffici Gualino e il progetto per la sistemazione di via Roma, a Torino. Venne ucciso in un campo di sterminio nazista.
Benché cittadino austriaco, partecipò come ufficiale italiano alla prima guerra mondiale, meritandosi cinque medaglie al valore. Nel 1924 si laureò in architettura a Torino, dove iniziò la professione e l'ardita opera di polemista, volta a diffondere in Italia i concetti dell'architettura nuova. Figura di primo piano nella storia dell'architettura razionale in Italia, attraverso la rivista Casabella, della quale fu direttore dal 1930 al 1943 (fino al 1936 in collaborazione con E. Persico), svolse un'infaticabile attività di divulgazione dei problemi dell'architettura moderna. Membro del direttorio della Triennale di Milano e della commissione per il piano regolatore dell'Esposizione universale di Roma. Nel 1943 aderì al movimento di resistenza nelle file del Partito socialista e partecipò alla Resistenza; arrestato, fu deportato dai Tedeschi nel campo di concentramento di Mauthausen e ivi ucciso nell'aprile 1945.
Polemizzò duramente contro l'accademismo e il monumentalismo, sostenendo la nuova realtà della produzione in serie e la modestia di una architettura che fosse interamente al servizio della società: nelle sue opere P. ha raggiunto una profonda coerenza con queste posizioni di principio, rifuggendo da soluzioni legate al mondo fantastico individuale. Sono da ricordare il palazzo degli uffici Gualino a Torino del 1929 (in collaborazione con G. Levi-Montalcini), che suscitò vive reazioni per il purismo dei volumi esterni e dell'arredamento, il progetto per la sistemazione della via Roma a Torino, e la Casa a struttura di acciaio presentata alla V Triennale di Milano (1933). Dal 1932 al 1935 partecipò, con la progettazione dell'istituto di Fisica, alla realizzazione della Città universitaria a Roma. Altre opere degne di nota per l'uso corretto dei canoni razionalisti: il padiglione aggiunto alla VI Triennale di Milano (1936), la proposta di piano regolatore «Milano verde» (1938), l'università Bocconi di Milano (1938-41). La bibliografia delle sue pubblicazioni sparse in molte riviste, è raccolta a cura di F. Albini e altri, nel volume Giuseppe Pagano Pogatschnig. Architettura e scritti (1947); si ricordano in particolare: Architettura rurale, Tecnica dell'abitazione, Arte decorativa italiana (tutti del 1936).