Comune della Toscana sud-occidentale (473,5 km2 con 81.912 ab. nel 2020), capoluogo di provincia. È situato a 12 m s.l.m., a 12 km dal Tirreno, nella pianura alluvionale attraversata dal corso inferiore dell’Ombrone. La parte vecchia è compresa dentro la cinta murata esagonale, eretta dai Medici alla fine del 16° sec.; la parte moderna, a pianta regolare, si è sviluppata dapprima verso S e verso N e in seguito al di là della ferrovia, a O del centro storico. Lo sviluppo demografico e topografico di G. è dovuto alla valorizzazione fondiaria della Maremma toscana, nei cui riguardi G. è venuta accentuando la sua funzione di centro amministrativo e di mercato di distribuzione dei prodotti finiti e di raccolta di quelli agricoli coltivati nella provincia. Discretamente attiva è l’industria, nei settori meccanico (aeromotori e macchine agricole), alimentare, delle materie plastiche e dei materiali da costruzione (laterizi). Sempre crescente l’apporto del turismo, soprattutto dovuto agli attrezzati centri balneari di Marina di G. e Principina a Mare.
Sorse nel 9° sec. come castello nei pressi dell’antica Roselle e cominciò ad ampliarsi dopo che quella città fu distrutta dai Saraceni, nel 935. Papa Innocenzo II vi trasportò da Roselle, nel 1138, anche la sede vescovile. Feudo dall’11° sec. degli Aldobrandeschi (dai quali ottenne, attraverso aspre lotte, i diritti comunali), per la sua posizione sulla via maremmana fu contesa a lungo dai Senesi, che vi si affermarono stabilmente nel 1336. Nel frattempo la città aveva avuto, specie nella prima metà del 13° sec., un ruolo importante come caposaldo dei ghibellini nella Maremma; e già Federico II l’aveva prescelta a sede del vicario imperiale per la Toscana (tra il 1242 e il 1245). Seguì le sorti di Siena e cadde per ultima, difesa dai Francesi, sotto Cosimo dei Medici (1559). I primi granduchi iniziarono la sua ripresa economica, grazie ai lavori di bonifica; ma in seguito, per la progrediente malaria, la città decadde e si spopolò (1000 ab. circa nella seconda metà del 18° sec.). Risorse con Pietro Leopoldo di Lorena (che la costituì in capoluogo di provincia, 1776) e si sviluppò ancor più nel secolo seguente con il progredire della bonifica maremmana.
Provincia di G. È la più meridionale della Toscana (4503 km2 con 219.690 ab. nel 2020; 28 comuni). Si stende sul litorale della Maremma, dal Golfo di Follonica alla foce del Chiarone, e comprende le valli della Bruna e dell’Albegna, parte di quelle dell’Ombrone e della Fiora, le isole del Giglio, di Giannutri e altre minori dell’Arcipelago Toscano.
Nonostante gli apprezzabili risultati conseguiti dalla riforma agraria attuata dall’Ente Maremma (che ha provveduto all’appoderamento di 90.000 ha di latifondo), nella provincia è proseguito senza soste il processo di deruralizzazione, con le relative conseguenze di ordine demografico (minore natalità, invecchiamento della popolazione ecc.). L’agricoltura rappresenta comunque uno dei settori più importanti dell’economia della provincia. Accanto alla tradizionale coltura dei cereali, sono molto sviluppate quelle degli ortofrutticoli, dell’olivo, della vite e dei foraggi, che alimentano un discreto allevamento bovino, ovino ed equino. Una notevole risorsa è costituita dalla pesca marittima praticata da un’attrezzata flottiglia di pescherecci che fanno capo a Porto Santo Stefano, Port’Ercole, Castiglione della Pescaia, Orbetello. La provincia di G. è inoltre una delle più importanti in Italia dal punto di vista minerario: pirite (presso Massa Marittima e Gavorrano), lignite (Roccastrada e Scansano), acido borico (Massa Marittima), rame (Massa Marittima e Montieri), mercurio (Castellazzara e Santa Fiora), antimonio (Scansano), piombo argentifero (Massa Marittima) ecc. Il settore industriale è presente con alcuni impianti alimentari e metalmeccanici, mentre l’industria di trasformazione dei prodotti minerari è rimasta in condizioni di ristagno, nonostante la ricchezza del sottosuolo, anche per motivi di salvaguardia ambientale. È in continua espansione e diversificazione l’apparato delle attività turistiche che, oltre alle strutture dei centri balneari (Follonica, Castiglione della Pescaia, Punta Ala, Argentario) e montani (Monte Amiata), registra l’affermazione di estese aree interessate dall’agriturismo, in particolare nella parte meridionale della provincia.