Figlio (1153-1189) di Guglielmo I, gli successe nel 1166; dopo aver aderito alla Lega lombarda (1176) stipulò una tregua con l'imperatore Federico I Barbarossa (1177). Sostenitore dell'avvio della terza crociata (1189-92), morì senza eredi, lasciando il trono alla zia Costanza di Altavilla, moglie del futuro imperatore Enrico VI.
Dopo essere succeduto al padre (1166), rimanendo cinque anni sotto la tutela della madre Margherita di Navarra. Aderì alla Lega lombarda contro Federico Barbarossa fiancheggiando l'opera di papa Alessandro III. Sconfitto a Carsoli (1176), prese parte alle trattative per la pace di Venezia (1177) e stipulò con l'imperatore una tregua di 15 anni. Fallito il progetto di nozze con una principessa bizantina della famiglia Comnena, G. sposò (1177) Giovanna, figlia d'Enrico II d'Inghilterra. La pace col Barbarossa e la conclusione delle nozze permisero a G. di tentare una più attiva politica d'espansione ai danni dei Musulmani e dei Bizantini: già nel 1175 infatti G. aveva occupato Tunisi, e, dopo una pace con l'amohade Abū Yūsuf, preparò una spedizione contro le Baleari. Profittando poi dei disordini scoppiati in Bisanzio dopo la morte di Manuele Comneno e l'assassinio del figlio, G. mandò un esercito a occupare Durazzo e Tessalonica (1185), ma fu ben presto costretto a richiamarlo in conseguenza della sconfitta riportata presso lo Strimone ad opera delle truppe organizzate e dirette da Isacco Angelo. In occasione della terza crociata G. si prodigò sia con l'offrire ai partecipanti il libero passaggio per il suo territorio, sia inviando la sua flotta, al comando dell'ammiraglio Margaritone, a Tripoli di Siria, costringendo il Saladino alla ritirata (1188). Precedentemente, come pegno d'una politica d'accordo con il Barbarossa, aveva acconsentito alle nozze della zia Costanza con il principe imperiale Enrico di Hohenstaufen (il futuro Enrico VI) e a lei lasciò il trono, essendo morto senza figli legittimi.