Klimt, Gustav
Una pittura preziosa per la fine dell’Impero asburgico
Klimt è stato tra i fondatori del movimento artistico chiamato secessione viennese, che intendeva reagire all’arte ufficiale insegnata nelle accademie. La sua pittura raffinata e simbolica, maturata tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, è caratterizzata da una forte bidimensionalità e da una sfrenata ricchezza decorativa quasi al limite dell’astrazione
Nato a Vienna nel 1862, figlio di un orafo, Klimt partecipa al clima simbolista europeo di fine secolo che in arte si esprime nello stile liberty (art nouveau). Uno dei suoi primi incarichi pubblici consiste nella realizzazione degli affreschi con figure allegoriche dipinti per il Kunsthistorisches Museum di Vienna. In queste figure, come la Tragedia, la Scultura o la Musica, con le loro acconciature moderne, si possono vedere le prime raffigurazioni della ‘donna fatale’ che scandalizzerà i borghesi conservatori viennesi.
La Vienna di Klimt è una delle metropoli europee più raffinate e colte: un vero laboratorio di arte e cultura. Vi operano musicisti come Gustav Mahler e Arnold Schönberg, scrittori come Robert Musil e lo psicoanalista Sigmund Freud. Si tratta tuttavia dello splendore di un mondo consapevole della sua prossima fine, che avverrà con la Prima guerra mondiale e la conseguente dissoluzione dell’Impero austro-ungarico. La consapevolezza che l’arte sia arrivata al suo massimo livello di raffinatezza, oltre il quale può esservi solo una caduta, è un tratto comune alla cultura della fine dell'Ottocento chiamata decadentismo. Ed è anche un elemento tipico della pittura di Klimt, che fatalmente morirà proprio nel 1918, l’anno della fine della guerra e dell’Impero.
Nei primi anni del Novecento Klimt costituisce il suo stile originale, raffinato e prezioso. Il suo linguaggio si caratterizza per l’abbondante uso dell’oro, che diventa l’elemento espressivo per eccellenza, come appare evidente nel quadro Nuda veritas o nel famoso dipinto Il bacio.
Il viaggio del 1903 a Ravenna, dove Klimt studia i mosaici bizantini (bizantina, arte), è una tappa importante. Qui l’artista viennese ha modo di scoprire e apprezzare la straordinaria tecnica del mosaico, che accostando piccole tessere di vetro riesce a creare opere di rara bellezza: in esse, particolari vivaci (come mani e visi) risaltano in ambientazioni decorative e stilizzate. È proprio questo l’aspetto che interessa Klimt e che l’artista non aveva trovato in opere classiche greche e romane o del Rinascimento.
La realizzazione di un’opera d’arte totale è l’aspirazione della secessione viennese, il movimento artistico che Klimt aveva contribuito a fondare nel 1897. L’opera d’arte totale deve comprendere e riunire in sé tutti i generi d’arte, coinvolgendo i sensi dello spettatore (sinestesia).
Un esempio di ciò viene realizzato durante la XIV Esposizione della secessione nel 1902, dove attorno alla statua di Ludwig van Beethoven, eseguita da Max Klinger, si diffondono le note della Nona sinfonia diretta da Gustav Mahler, si intrecciano le danze di Isadora Duncan e si svolge un fregio di Klimt (il Fregio di Beethoven), che illustra con immagini la sinfonia del grande musicista tedesco.
Il Fregio è composto da tre pannelli, rispettivamente dedicati all’aspirazione alla felicità, alle forze ostili e all’anelito alla felicità che si placa con la poesia; in quest’ultima scena un guerriero nudo è unito in un abbraccio con la poesia. Fra le forze ostili, l’artista raffigura il gigante Tifeo con le sue tre figlie, le Gorgoni dalle chiome serpeggianti (che rappresentano la malattia, la follia e la morte), e tutto un esercito di creature femminili malefiche, fra le quali le personificazioni di tre vizi: lussuria, accidia e gola. L’opera desta ammirazione e scandalo fra il pubblico dell’epoca. Alla singolarità delle figure rappresentate contribuisce anche la tecnica insolita adottata da Klimt. L’artista, infatti, per ottenere un effetto particolarmente prezioso ha inserito nell’intonaco materiali diversi, come frammenti di specchio, bottoni, chiodi, vetri colorati o sfaccettati e applicazioni d’oro.