Filosofo (Nehren, Württemberg, 1852 - Halle 1933), prof. di filosofia nell'univ. di Strasburgo (1877), poi di Halle (1884-1906). Notissima la tesi sostenuta da V. secondo la quale la conoscenza è sostanzialmente finzione (donde l'appellativo attribuito alla sua teoria di filosofia del "come se"). Nella sua impostazione concetti scientifici e categorie gnoseologiche risultano quindi puri strumenti per fornire organizzazione pratica al materiale sensibile, in nessun caso ipotesi da verificare a confronto con una realtà oggettiva. Posizione teorica, questa, che si configura, piuttosto che come una forma di pragmatismo, come un estremo esito in senso scettico del kantismo. Notevole il suo ampio commento alla Critica della ragion pura, limitato però all'estetica trascendentale (Kommentar zur Kants Kritik der reinen Vernunft, 2 voll., 1881-92). Fondò tra l'altro l'importante rivista Kant-Studien (1896) e la Kantgesellschaft. Tra le altre sue opere: Hartmann, Dühring und Lange (1876); Nietzsche als Philosoph (1902); Die Philosophie des Als-ob (1911).