(ingl. Hawaiian Islands) Arcipelago dell’Oceano Pacifico, in Polinesia, isolato dagli altri, disteso in direzione NO-SE fra 18°55′ e 28°15′ lat. N e fra 154°40′ e 178°15′ long. O. Costituisce uno Stato degli USA (16.759 km2 con 1.275.194 ab. nel 2005). Capitale Honolulu. Le isole più importanti sono: Hawaii (10.414 km2), Maui (1886 km2), Oahu (1549 km2), Kauai (1427 km2), Molokai (671 km2) e le minori Lanai, Niihau, Kahoolawe.
Di origine vulcanica, le H. presentano oggi solo due vulcani attivi, nell’isola Hawaii, che comprende i grandiosi complessi vulcanici del Mauna Kea (4201 m), del Mauna Loa (4172 m, sul cui fianco orientale è il cratere del Kilauea, lungo 13 km e largo 10) e del Hualalai (2516 m); Haleakala è il vulcano principale dell’isola Maui. La loro formazione sarebbe connessa alla presenza di una sorgente vulcanica nel mantello terrestre (punto caldo), sulla quale la placca litosferica del Pacifico sarebbe transitata negli ultimi 70 milioni di anni, dando così luogo alla serie di vulcani emersi e sottomarini che costituiscono l’arcipelago di queste isole. Il clima dell’arcipelago è temperato oceanico, con piogge abbondanti sui versanti esposti all’aliseo di NE e scarse sugli altri. I versanti piovosi sono coperti da foreste di tipo equatoriale, mentre nelle zone meno umide domina la savana. La flora hawaiana si segnala per l’enorme numero di endemismi: delle fanerogame, i 4/5 sono esclusivi di queste isole. La fauna è molto numerosa e varia di specie: fra i Mammiferi, il solo indigeno è un pipistrello (Atalapha grayi); pure numerosi gli Uccelli, tra cui i caratteristici Drepanididi, esclusivi delle H.; scarsi i Rettili e gli Anfibi; oltre 3000 specie gli Insetti (di cui 2700 endemiche).
Attività primaria principale è una agricoltura irrigua che dà canna da zucchero, ananas e altri prodotti tropicali, in aumento il caffè. L’industria è attiva nei rami alimentare, petrolchimico, siderurgico e tessile. Fonte economica di massima importanza è il turismo che contribuisce in modo determinante alla formazione del reddito locale con 7 milioni di visitatori l’anno. L’arcipelago, chiave degli scambi transpacifici, presenta importantissimi nodi di comunicazione quali l’aeroporto e il porto di Honolulu e la grande base navale di Pearl Harbor.
Gli antenati degli odierni Hawaiani giunsero nell’arcipelago (probabilmente a partire dalle Marchesi) verso il 4 sec. d.C., al termine del vasto processo di espansione delle popolazioni austronesiane che portò alla colonizzazione di tutta l’Oceania. Il Periodo di Sviluppo (600-1100) è rappresentato dai siti di Waiahukini (Hawaii), Halawa (Molokai) e dai livelli superiori di Bellows Dune (Oahu). Gli insediamenti hanno preservato fondazioni di strutture domestiche e alcune sepolture. La cultura materiale (asce litiche, strumentario per la pesca) mostra una tendenza verso una graduale standardizzazione. Nuovi insediamenti sorsero durante il Periodo di Espansione (1100-1650): Makaha, Anahulu, Lapakahi e Anaehoomalu nell’isola di Hawaii; Halawa nell’isola Molokai; pendici di Kahikinui nell’isola di Maui. I nuclei abitativi vennero edificati solitamente su terrazze e nella cultura materiale prevale un tipo standardizzato di ascia, molto diffuso. La gerarchizzazione delle classi elitarie si manifesta archeologicamente con l’edificazione e l’ampliamento di numerosi centri cerimoniali (heiau). Nel Periodo Protostorico (1650-1795) la cultura materiale non conobbe sostanziali trasformazioni, a eccezione dei beni di prestigio (arte plumaria, intaglio del legno).
L’arcipelago delle H. fu avvistato forse già dagli Spagnoli nel 16° sec. ma la sua scoperta ufficiale data al 1778 per opera di J. Cook, che lo chiamò Isole Sandwich (in onore di J. Montagu, conte di Sandwich, in quel tempo lord dell’Ammiragliato). All’epoca dell’incontro con l’Occidente, gli Hawaiani avevano dato vita a una società gerarchica, caratterizzata dalla contrapposizione fra sovrani, capi locali, sacerdoti, guerrieri. L’arcipelago era diviso in quattro regni rivali (Oahu, Maui, Kauai e Hawaii). L’agricoltura intensiva (in particolare il taro irrigato) e la pesca fornivano la base dell’economia, che consentiva una densità di popolazione tra le più alte di tutta l’Oceania. La religione era particolarmente elaborata: i riti culminavano nel Makahiki, le celebrazioni per il nuovo anno, durante le quali Lono (il dio della fertilità) tornava per fecondare le terre. La presenza occidentale, che si fece più intensa a partire dai primi anni del sec. 19°, portò all’unificazione del regno sotto il sovrano Kamehameha I (1810). Nel corso del secolo la popolazione hawaiana subì un drastico declino. Le pressioni dei coloni americani e la presenza di numerosi gruppi etnici e nazionali, giunti sulle isole per lavorare nelle piantagioni, spinsero l’ultima regina hawaiana, Lilioukalani, ad abdicare e a fuggire nel 1894 anno in cui fu proclamata la Repubblica che, nel 1898, deliberò l’annessione agli Stati Uniti. Costituito in territorio (1900), l’arcipelago fu proclamato nel 1959 50° Stato della federazione nordamericana.
Gli indigeni hawaiani rappresentano oggi una delle minoranze etniche del paese. Disoccupazione, alcolismo, obesità rappresentano i problemi maggiori. Numerosi gruppi politici rivendicano oggi il controllo delle terre ancestrali e la concessione di particolari diritti, in virtù del loro statuto di popolazione aborigena.
Dorsale delle H. Rialto sottomarino fortemente accentuato del bacino settentrionale dell’Oceano Pacifico, che si estende lungo il tropico del Cancro tra 35° e 18° lat. N per circa 35° in longitudine e dal quale emerge l’arcipelago delle Hawaii. Alla dorsale si collega il banco sottomarino di Mellish, che ne è il settore più settentrionale. La profondità è di 2000-3000 m; quella media del mare che l’attornia è di oltre 4000 m.