Trattamento di protezione di un materiale combustibile mediante applicazione o impregnamento con sostanza atta a renderlo resistente al fuoco. Un ignifugo ideale dovrebbe rendere il materiale completamente insensibile all’azione del calore e del tutto incombustibile; ciò non avviene di solito perché gli ignifughi che si conoscono finiscono, per prolungato riscaldamento a temperature molto alte, con il perdere la voluta capacità protettiva.
Per l’azione del calore le sostanze organiche si decompongono e sviluppano gas combustibili che, bruciando, fanno innalzare la temperatura di nuove zone della sostanza; se ne sviluppano altri gas che continuano ad alimentare la fiamma; successivamente si ha la lenta combustione del residuo carbonizzato. I meccanismi d’azione attraverso i quali avviene l’i. di un materiale possono essere sia fisici (raffreddamento, formazione di uno strato protettivo, diluizione) sia chimici (reazioni in fase gassosa o in fase solida). Il raffreddamento si basa su processi endotermici provocati dalle sostanze ignifughe; la formazione di uno strato protettivo superficiale limita la trasmissione del calore e riduce il contatto con l’ossigeno dell’ambiente; la diluizione in fase gassosa con sostanze inerti (per es., vapor acqueo e anidride carbonica) consente di mantenere la composizione della miscela gassosa al di sotto dei limiti di accensione. I meccanismi chimici si basano sia su reazioni in fase gassosa, che interrompono la formazione di radicali liberi con conseguente arresto della combustione, sia su reazioni di ciclizzazione e di reticolazione in fase solida che danno luogo alla formazione di uno strato protettivo carbonioso.