Biologo russo (Ivanovka, Char´kov, 1845 - Parigi 1916). Studiò in Germania, fu prof. di zoologia a Odessa (1870) ma dovette poi allontanarsi per ragioni politiche. A Messina (1883) e poi a Vienna, studiando lo sviluppo d'Invertebrati marini fece le prime osservazioni dalle quali dedusse la dottrina della fagocitosi. Nel 1888 entrò all'Istituto Pasteur di Parigi, del quale divenne in seguito (1904) secondo direttore. Nel 1908 ebbe il premio Nobel per la medicina insieme con P. Ehrlich. Socio straniero dei Lincei (1911). La sua dottrina della fagocitosi è fondamentale per la fisiopatologia dell'infiammazione e dell'immunità. Nel campo della patologia, descrisse le forme granulari e pleomorfe del bacillo tubercolare; dimostrò (1903) con É. Roux la trasmissibilità della sifilide dall'uomo alla scimmia e l'importanza profilattica della pomata al calomelano (pomata di M.). Minore validità ebbe la sua teoria sulla senescenza, che attribuì a tossine originate dalla flora batterica intestinale, cui è connessa l'introduzione in terapia dei fermenti lattici, e particolarmente quelli dello iogurt bulgaro, con l'intento di indurre una modificazione della flora intestinale. Studiò inoltre l'azione battericida del sangue, le tossine e antitossine del colera, il problema della vaccinazione antivaiolosa. Pubblicò, fra l'altro: Leçons sur la pathologie comparée de l'inflammation (1892); La vieillesse (1903); Bactériothérapie, vaccination, sérothérapie (1908).