Pseudonimo di un anonimo urban artist francese (n. Parigi ?), affermatosi nella scena internazionale della street art grazie al progetto Space invaders. Dal 1996 l’artista crea e installa abusivamente sulle superfici urbane di diverse città mosaici ispirati agli alieni dalla grafica pixellata del popolare omonimo videogioco in voga negli anni ’80. I. ha definito la sua operazione in strada come una pacifica invasione artistica mirata alla liberazione dell’arte dai canali istituzionali come musei e gallerie. Allo stesso tempo, attraverso il posizionamento strategico dei suoi lavori musivi l’artista ironizza sul tema del controllo sociale creando effetti di spiazzamento nell’osservatore. A ogni mosaico installato I. attribuisce un punteggio che viene meticolosamente riportato sulla mappa virtuale dell’invasione aliena presente nel suo sito, da cui risultano oltre sessanta le città “invase”. I. ha installato i suoi mosaici anche in zone impervie o inaccessibili come fondali marini (Baia di Cancún, 2010) e sulla famosa insegna Hollywood che sovrasta la città di Los Angeles. Lo street artist è inoltre riuscito a collocare i suoi alieni musivi nello spazio per ben due volte; la prima con il progetto Art4space dove attraverso un pallone a elio una sua creazione ha raggiunto la stratosfera (2012), e la seconda nel febbraio 2015 quando, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea, uno dei suoi alieni pixellati è stato inviato a bordo della ISS. Oltre a Space invaders lo street artist è autore dei progetti Rubikubism (2005) e QR code (2008). I. è presente inoltre nel documentario Exit through the gift shop, diretto da Banksy (2010). Fra le numerose mostre: Art in the streets (MOCA, Los Angeles, 2011) e O(Ax)=dO(Am) Equazione Impossibile (MAR, Ravenna, 2013).