In agraria, pratica (detta anche nebulizzazione) con la quale si trattano le piante per preservarle dall’attacco di parassiti animali e vegetali (crittogame, insetti ecc.). La sostanza antiparassitaria, in soluzione o in sospensione o in emulsione nell’acqua, viene sparsa sulle piante per mezzo di macchine irroratrici sotto forma di minute goccioline distribuite in modo uniforme e continuo.
Fra le irroratrici fondamentalmente si distinguono quelle a pressione e quelle ad aeroconvezione. Nelle prime una pompa (a stantuffo o a membrana) innalza la pressione del liquido (fino a 40-60 bar) che fuoriesce da un ugello. Nelle seconde (chiamate comunemente atomizzatori) il liquido viene disperso in una forte corrente d’aria che funge anche da veicolo per la proiezione sulle superfici da trattare, con una finezza delle goccioline molto spinta. Si adoperano miscele concentrate e occorre una minore quantità di acqua per cui si realizza il sistema detto a basso volume, oggi assai diffuso. Le irroratrici possono essere portatili (a zaino), carrellate, barellate, o montate direttamente su un trattore. Per l’i. di vaste zone di terreno si è diffuso l’uso di aeroplani o di elicotteri appositamente attrezzati; tale tipo di i. è usato oggi anche per effettuare una concimazione superficiale del terreno con soluzioni fertilizzanti.