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Yun, Isang

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Compositore coreano naturalizzato tedesco (Tong Yong, Corea, 1917 - Berlino 1995). Docente alla Berliner Hochschule der Künste, Y. caratterizzò la propria ricerca musicale con temi quali l'integrazione dei tratti tradizionali orientali nel linguaggio contemporaneo occidentale e l'attenzione per il legame fondamentale tra riflessione filosofica (il taoismo in particolare) e concezione della musica.

Vita

Dopo la prima formazione musicale in Corea e in Giappone, si impegnò intensamente contro l'occupazione giapponese, impegno per il quale fu arrestato e torturato (1943), e poi per la riunificazione della Corea del Sud. Dalla seconda metà degli anni Cinquanta intraprese una seconda fase di formazione in Europa, al conservatorio di Parigi (1956), poi a Berlino (1957) con B. Blacher e J. Rufer, e a Darmstadt (dal 1958). Docente di composizione alla Berliner Hochschule der Künste (1970-85), è stato membro della Akademie der Künste di Amburgo dal 1968 e di Berlino dal 1974.

Opere

Alla fine degli anni Cinquanta risalgono i primi pezzi seriali (Fünf Stücke für Klavier, 1958; Musik für sieben Instrumente, 1959; Colloïdes sonores, 1961) e la decisione di rinnegare tutti i brani composti prima del trasferimento in Europa. Dopo i primi successi sulla scena europea (Réak, 1966), si allontanò progressivamente dal serialismo e dalla dodecafonia per sviluppare più compiutamente le proprie concezioni in brani come Konzertante Figuren (1972), Ouverture (1973-74), Harmonia (1974). Dalla fine degli anni Settanta il confronto con la tradizione europea degli ultimi due secoli portò Y. a inserire il proprio peculiare linguaggio nelle forme classiche della musica occidentale, con il Concerto per violoncello e orchestra (1975-76), il Concerto doppio per oboe, arpa e orchestra da camera (1977), due Concerti per violino e orchestra (1981) e, in seguito, con una serie di Sinfonie (dalla prima del 1982-83 alla quinta del 1987) e tre Quartetti per archi (1988, 1990, 1992). Ricordiamo inoltre le opere Der Traum des Liu-Tung (1965), Die Witwe des Schmetterlings (1968), Geisterliebe (1969-70), Sim Tjong (1971-72), le cantate Om mani padme hum (1964, da discorsi del Buddha), Der weise Mann (1977, da Salomone e Lao Tse) e Naui dang, naui minjokiyo! ("Paese mio, popolo mio!", 1986-87), e, tra le ultime composizioni, Engel in Flammen per soprano, coro e orchestra (1994).

Vedi anche
sinfonia Composizione per orchestra affermatasi nel 17° sec. come brano strumentale introduttivo di un’opera o di una cantata e divenuta nel 18° sec. una forma musicale da concerto autonoma e complessa. ● La sinfonia, nella più avanzata fase del melodramma del 18°-19° sec., era finalizzata a stimolare e predisporre ... orchestra Insieme di strumentisti che collaborano a un’esecuzione musicale, riuniti in un preciso ordine per gruppi di strumenti e disposti a semicerchio sia per motivi di acustica, sia per osservare i gesti e per seguire le indicazioni del direttore d’orchestra che di regola si pone in piedi davanti agli esecutori. ... musica Arte che consiste nell’ideare e nel produrre successioni strutturate di suoni. In quanto attività sociale, la musica appartiene a tutte le epoche e a tutte le culture, mutando il proprio significato e la propria funzione e manifestandosi in una grande varietà di forme e tecniche a seconda dei periodi ... cantata Composizione per voci e strumenti, caratterizzata da arie, recitativi e cori. In Italia fiorì tra 17° e 18° sec., trovando larga diffusione attraverso quattro scuole: la romana, di cui il maggiore esponente fu G. Carissimi; la veneziana, fra i cui principali compositori figurano F. Cavalli e A. Costi; ...
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