Dottore della Chiesa (560 circa - 636). Uno tra i più rilevanti esponenti della cultura medievale, fu un instancabile compilatore di opere enciclopediche in cui raccolse e tramandò tutto il sapere dell'epoca, partendo da fonti classiche e cristiane. Fra le sue moltissime opere, occorre citare le Etymologiae, che attingono a fonti svariatissime (scrittori classici e della tarda romanità, autori ecclesiastici ecc.). Importante anche la sua attività episcopale, della quale si ricordano soprattutto la convocazione dei concili di Siviglia (619, 625) e del 4º Concilio nazionale di Toledo (633). Festa, 4 aprile.
Di antica famiglia ispano-romana, orfano, fu educato dal fratello s. Leandro, arcivescovo di Siviglia, cui successe nella carica (600 circa). L'importanza di I. sta nell'avere riassunto nella sua vastissima opera il sapere della sua età raccogliendo idee e metodi della cultura classica e della tarda romanità, salvandoli da una più vasta dispersione. Qui è certo però anche il limite di I., che non può considerarsi un autore originale quanto piuttosto un eruditissimo raccoglitore dell'opera altrui. Non meno importante è però la sua opera di come vescovo, il più autorevole nella Spagna dell'epoca; particolarmente notevoli alcuni concilî che egli convocò e presiedette, come quelli del 619 e 625 a Siviglia, e soprattutto il 4º Concilio nazionale di Toledo (633), che provvide a unificare la liturgia spagnola e definì formule trinitarie e cristologiche contro i priscillianisti. Vicino a s. Isidoro vanno ancora ricordati i suoi due fratelli Leandro e Fulgenzio e la sorella monaca Fiorentina, tutti santificati.
Delle sue opere (ne abbiamo un elenco di s. Braulio di Saragozza e uno di Ildefonso di Toledo) importanti sono le Etymologiae che egli mandò, non ancora emendate, a s. Braulio, cui si deve la divisione in 20 libri. Le Etymologiae sono una grande enciclopedia in cui la materia è ordinata secondo i vocaboli muovendo dalla loro etimologia, che può essere secundum naturam o secundum propositum, e individuata con i metodi e con la cultura del tempo; la materia dell'opera (da alcuni intitolata Origines) è così suddivisa: lib. I, grammatica; II, retorica e dialettica; III, aritmetica, geometria, musica, astronomia; IV, medicina; V, le leggi e la storia (storia universale, sunto del Chronicon, per cui v. oltre); VI, libri e uffici ecclesiastici; VII, teologia; VIII, la Chiesa e le sètte; IX, le lingue, i popoli, i regni, le parentele, ecc.; X, indice di parole rare; XI, l'uomo e i mostri; XII, gli animali; XIII, il mondo e le sue parti; XIV, la terra e le sue parti; XV, edifici, campi e strade; XVI, pietre e metalli; XVII, agricoltura; XVIII, la guerra e i giochi; XIX, navi, costruzioni, costumi; XX, legni, utensili, ecc. Per questa vastissima opera I. attinge a fonti svariatissime che oggi la critica cerca di identificare: scrittori classici e della tarda romanità, autori ecclesiastici, precedenti florilegi e lessici, ecc. Altre opere: Differentiae, sulle differentiae verborum (lib. I) e differentiae rerum (II); Allegoriae, spiegazioni "spirituali" di espressioni e nomi biblici; De ortu et obitu Patrum qui in Scriptura laudibus efferuntur, brevi biografie di personaggi biblici; In libros Veteris et Novi Testamenti prooemia; De Veteri et Novo Testamento quaestiones; Liber numerorum qui in sanctis scripturis occurrunt; Mysticorum expositiones sacramentorum seu quaestiones in Vetus Testamentum; De fide catholica ac Veteri et Novo Testamento contra Iudaeos; Sententiarum libri tres (o De summo bono), manuale di dottrina e di pratica cristiana ispirato soprattutto a s. Agostino e s. Gregorio Magno; De ecclesiasticis officiis, utilissimo per le descrizioni delle funzioni ecclesiastiche nella Chiesa gotica del 7º sec.; Synonyma, de lamentatione animae peccatricis, guida spirituale, una delle opere più interessanti di s. Isidoro; De ordine creaturarum; De natura rerum; Chronicon, sulle sei età del mondo, dalla creazione fino al 612 (654 dell'èra spagnola); Historiae dei Goti (Visigoti) con appendici sui Vandali e sugli Svevi, fonte molto utile per la storia di Spagna; De viris illustribus; Regula monachorum; alcune Epistolae. Questa la produzione di I. a noi nota; si discute ancora sull'identificazione e attribuzione di altri opuscola cui accenna s. Braulio.