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Svèvo, Italo

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Pseudonimo dello scrittore Ettore Schmitz (Trieste 1861 - Motta di Livenza 1928). È ritenuto uno dei principali esponenti della cultura mitteleuropea. Nei suoi tre romanzi Una vita (1892, ma con data 1893), Senilità (1898), e La coscienza di Zeno (1923), sono espressi i tratti salienti della sua opera, derivati in modo stringente dalle esperienze personali di S. e dalla temperie culturale in cui egli visse, quali la vocazione squisitamente autobiografica; il carattere antiletterario della prosa; l'uso di modi espressivi riconducibili al suo plurilinguismo (al dialetto triestino, al tedesco); la presenza di tematiche e procedimenti, come il monologo interiore, che l'apparentano alla corrente del romanzo d'analisi europeo.

Vita

Figlio di un commerciante ebreo d'origine tedesca sposato a un'italiana, seguì studi commerciali a Segnitz am Mein (Baviera) e poi a Trieste. E qui, dopo essere stato impiegato in una banca, si dedicò alla gestione della ditta Veneziani, produttrice di vernici sottomarine, di proprietà della famiglia della moglie. Subì, fin da giovane, il fascino della letteratura, con la quale intrattenne sempre, tuttavia, un rapporto conflittuale, considerando tale sua inclinazione come una sorta di malattia, al confronto con l'operosa concretezza incoraggiata dall'ambiente affaristico di cui faceva parte; e la scrittura non fu mai intesa da lui come esercizio estetizzante, ma piuttosto come mezzo per la conoscenza di sé e del mondo. La sua appartenenza, d'altra parte, a un'area culturale come quella triestina, tendenzialmente cosmopolita e legata politicamente a una nazione di lingua tedesca (condizione, quest'ultima, emblematicamente riassunta nel suo stesso pseudonimo), se gli consentì una grande apertura d'orizzonti (la formazione schopenhaueriana e la predilezione per J. P. Richter e la narrativa francese e russa dell'Ottocento; l'amicizia con J. Joyce, da lui conosciuto a Trieste come professore d'inglese; i numerosi viaggi all'estero, di carattere non solo commerciale; il contatto ravvicinato con le dottrine di Freud), lo mise altresì in una situazione di marginalità e di estraneità rispetto alla coeva letteratura italiana, e gli fece mancare i riconoscimenti dei suoi stessi concittadini, legati, per ragioni nazionalistiche, alla strenua difesa della purezza della lingua e della tradizione. Morì in seguito a un incidente automobilistico.

Opere

In Una vita, ancora vicino ai modelli del naturalismo, S. narra la vicenda del giovane impiegato di banca Alfonso Nitti, occupato in un'incessante analisi dei suoi gesti e pensieri e spinto al suicidio non tanto dall'ostilità del mondo quanto dalla sua propria inettitudine a comprenderne e accettarne le regole; in Senilità, che alcuni considerano la sua opera narrativamente più riuscita, il protagonista Emilio Brentani, che ha avuto da giovane ambizioni letterarie, è scosso dal suo torpore per l'improvviso accendersi di una passione amorosa, dalla quale uscirà sconfitto per rinchiudersi definitivamente in una precoce senilità dello spirito; infine, in La coscienza di Zeno (1923), il romanzo, scritto dopo un lungo periodo di silenzio, cui si deve la tardiva scoperta dell'autore (il "caso S.") da parte della critica italiana (con il saggio di E. Montale sulla rivista L'esame, 1925) e straniera (J. Joyce, B. Crémieux, V. Larbaud), abbandonati definitivamente i modelli della narrazione realistica, lo scandaglio analitico di S. fruga con indulgente ironia nella coscienza stessa del protagonista, l'inetto e nevrotico Zeno Cosini, indotto dal suo psicanalista a raccontarsi per meglio comprendere la propria malattia; malattia che si rivela la condizione stessa dell'uomo contemporaneo, reso incapace, dai suoi progressi e dalla sua sterile problematicità, di ogni impulso positivo, "sano", all'azione. I riconoscimenti finalmente ottenuti giovarono a corroborare e raffinare le doti di S., aprendo una breve ma feconda stagione, cui appartengono, oltre alla revisione linguistica di Senilità (1927; un'ed. critica delle due redazioni a confronto è apparsa nel 1986, come parte di un progetto di ed. critica completa a cura di B. Maier, avviato nel 1985), molti dei racconti postumamente pubblicati in La novella del buon vecchio e della bella fanciulla ed altri scritti (1929) e in Corto viaggio sentimentale e altri racconti inediti (1949). Quasi completamente postuma è la conoscenza della produzione teatrale (La verità, 1880; Un marito, 1903; La rigenerazione, 1927-28), raccolta solo nel 1960 in un volume di Commedie, a cura di U. Apollonio; allo stesso curatore si deve il volume di Saggi e pagine sparse (1954), che comprende tra l'altro le collaborazioni giornalistiche di S. all'Indipendente e poi al Piccolo di Trieste. Da ricordare, infine: il Diario per la fidanzata. 1896 (a cura di B. Maier e A. Pittoni, 1962); l'Epistolario, primo dei 4 volumi di Opera omnia (a cura di B. Maier, 1966-69); il Carteggio tra S. e Montale (a cura di G. Zampa, 1976); il Carteggio con J. Joyce, V. Larbaud, B. Crémieux, M. A. Comnène, E. Montale, V. Jahier (a cura di B. Maier, 1978); gli Scritti su Joyce (a cura di G. Mazzacurati, 1986).

Vedi anche
Eugenio Montale Poeta italiano (Genova 1896 - Milano 1981). Tra i massimi poeti italiani del Novecento, già dalla prima raccolta (Ossi di seppia, 1925; ed. defin. 1931) fissò i termini di una poetica del negativo in cui il "male di vivere"  si esprime attraverso la corrosione dell'Io lirico tradizionale e del suo linguaggio. ... Benjamin Crémieux Crémieux ‹kremi̯ö´›, Benjamin. - Critico letterario (Narbona 1888 - fucilato dai Tedeschi nel 1944 a Buchenwald). Della sua attività di critico elegante e accurato (XXe siècle, 1924; Du côté de Marcel Proust, 1929; Inquiétudes et reconstructions, 1931, ecc.) rivolse gran parte alla divulgazione della ... novella Breve narrazione, per lo più in prosa, di un fatto, sia esso storico, reale, o del tutto immaginario. Oltre che per la brevità, la novella si caratterizza in origine per lo stretto legame con la narrazione orale e per la tendenza a una rappresentazione vivida e concreta; anche quando ha per tema avvenimenti ... Grazia Delèdda Scrittrice italiana (Nuoro 1871 - Roma 1936). Scrittrice intensa e feconda, la sua fama si diffuse anche all'estero; nel 1926 le fu conferito il premio Nobel per la letteratura. La sua narrativa muove dal verismo a fondo regionale e folcloristico: cronache e leggende paesane, storie di passioni elementari ...
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Altri risultati per Svèvo, Italo
  • SCHMITZ, Aron Hector
    Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 91 (2018)
    (Italo Svevo). – Nacque a Trieste, in via dell’Acquedotto (ora viale XX Settembre 16) Simona Costa , il 19 dicembre 1861 da un’agiata famiglia ebraica, quinto degli otto figli, sopravvissuti su sedici, di Francesco, commerciante di vetrami che si era costruito da solo la sua fortuna, e di Allegra ...
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    Enciclopedia dell'Italiano (2011)
    Italo Svevo (pseudonimo di Ettore Schmitz, 1861-1928), triestino di nascita, europeo per formazione (sostanzialmente da autodidatta), fu infaticabile nell’esercizio della penna: uno scribacchiare che è quasi una misura d’igiene (Palumbo 1976: 18) e trova riscontro nei segreti cerimoniali di certi suoi ...
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    Enciclopedia Italiana (1937)
    Emilio Cecchi Pseudonimo di Ettore Schmitz, romanziere, nato a Trieste il 19 dicembre 1861, da madre italiana e padre tedesco ma figlio d'italiana; morto a Motta di Livenza il 13 settembre 1928. Dal 1873 al 1880 aveva seguito studî commerciali in Germania e a Trieste; fu poi impiegato di banca; infine, ...
Vocabolario
svèvo
svevo svèvo (ant. süèvo) agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. Suebus, Suevus]. – 1. Che si riferisce o appartiene alla Svèvia, regione della Germania sud-occid.: il territorio s.; la popolazione s.; i dialetti svevi, o assol. lo s., sottodialetto...
italo-
italo- – Primo elemento di parole composte in cui significa «italiano» o «relativo all’Italia»: italofilo; la frontiera italo-francese, il confine italo-austriaco; arte italo-greca, della Magna Grecia; rito italo-bizantino, nella liturgia...
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