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Harsányi, John Charles

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Economista e filosofo ungherese naturalizzato statunitense (Budapest 1929 - ivi 2000). Vincitore del premio Nobel nel 1994 (con J. Nash e R. Selten) per la sua "analisi pionieristica degli equilibri nella teoria dei giochi non cooperativi", le sue ricerche si sono concentrate essenzialmente sulla teoria assiomatica del comportamento razionale, nel cui ambito ha formulato gli importanti assiomi di razionalità noti come postulati bayesiani. Contributi sostanziali ha pure fornito all'elaborazione di una teoria etica in grado di spiegare le preferenze morali individuali alla luce degli aspetti universalistici scaturiti dai principi di razionalità e utilità sociale.

Vita e pensiero

Dopo la laurea in farmacia conseguì il dottorato in filosofia all'università di Budapest. Trasferitosi nel 1950 a Sydney in Australia, dove intraprese gli studi di economia, nel 1959 conseguì il dottorato in USA alla Stanford University sotto la guida di K. Arrow. Professore di economia alla Wayne State University di Detroit (1961-63) e di Business Administration all'università californiana di Berkeley (1964-90), dal 1990 professore emerito. Già fellow del Center for Advanced Study in the Behavioral Sciences (1965-66), fu membro della National Academy of Sciences, fellow dell'Econometric Society e distinguished fellow dell'American Economic Association. Le ricerche di H. si sono concentrate essenzialmente sulla teoria assiomatica del comportamento razionale, da lui estesa a un'ampia categoria di situazioni che non avevano ancora ricevuto una soddisfacente soluzione analitica. Il maggior contributo di H. in questo campo è consistito nell'introdurre particolari assiomi di razionalità, noti come postulati bayesiani (dal matematico T. Bayes, 1702-1761), in modo da rendere il comportamento razionale in condizioni di rischio e di incertezza equivalente alla massimizzazione matematica della funzione di utilità prevista. I modelli di comportamento razionale fondati sull'utilità prevista sono stati applicati da H. anche ai problemi di teoria dei giochi non cooperativi, nei quali l'esito delle azioni dipende dall'interazione delle decisioni prese da due o più soggetti con interessi contrastanti, e dall'informazione che ciascuno di questi ha circa le intenzioni e le strategie degli avversari. I modelli basati sull'utilità prevista sono stati infine impiegati da H. per dare fondamento a una teoria etica basata sui principi della tradizione utilitaristica. In aperto contrasto con la teoria neocontrattualistica di J. Rawls, l'impostazione di H. cerca di conciliare gli aspetti particolaristici delle preferenze morali dell'individuo con quelli universalistici derivanti dai principi di razionalità e utilità sociale (utilitarismo delle regole).

Opere

Tra le sue pubblicazioni si segnalano: Essays on ethics, social behavior, and scient ific explanation (1976); Rational behaviour and bargaining equilibrium (1977; trad. it. 1985); Papers in game theory (1982); A gen eral theory of equilibrium selection in games (in collab. con R. Selten, 1988); Utilities, pref erences, and substantive goods (1992).

Vedi anche
teorìa dei giòchi Modello matematico per lo studio delle 'situazioni competitive', in cui cioè sono presenti più persone (o gruppi di persone, o organizzazioni) dette appunto 'giocatori', con autonoma capacità di decisione e con interessi contrastanti (➔ gioco). Tali sono i giochi di società (come bridge, poker, tressette, ... John F. Nash Matematico statunitense (Bluefield, Virginia, 1928 - Monroe, New Jersey, 2015); conseguì il dottorato in matematica all'univ. di Princeton nel 1950, anno in cui cominciò gli studî sulla teoria dei giochi che lo hanno portato a conseguire il premio Nobel per l'economia, con J. Harsanyi e R. Selten, nel ... economia Complesso delle risorse (terre, materie prime, energie naturali, impianti, denaro, capacità produttiva) e delle attività rivolte alla loro utilizzazione, di una regione, uno Stato, un continente, il mondo intero. Anche uso razionale del denaro e di qualsiasi mezzo limitato, che mira a ottenere il massimo ... utilitarismo Concezione filosofica che indica nell’utilità il criterio dell’azione morale. Sebbene motivi utilitaristici siano già presenti nella filosofia di C.-A. Helvétius, fondatore di tale concezione può essere considerato J. Bentham, al quale si deve la formulazione del principio fondamentale dell’u., secondo ...
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  • BIOGRAFIE in Economia
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  • AMERICAN ECONOMIC ASSOCIATION
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  • FUNZIONE DI UTILITÀ
  • TEORIA DEI GIOCHI
  • MATEMATICA
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