Apparecchiatura d’uso bellico per il lancio di liquidi infiammabili, che si depositano ancora in fiamme sul bersaglio del lancio. Gli Statunitensi lo usarono in maniera massiccia nelle fasi successive allo sbarco per la conquista di Okinawa, e poi nella guerra del Vietnam (➔ napalm). L’apparecchio è in genere costituito da un serbatoio, portato sul dorso dell’assaltatore, contenente il liquido infiammabile (per lo più miscela di diversi idrocarburi) e azoto fortemente compresso; un tubo flessibile, che termina con una lancia, consente di dirigere opportunamente il getto del liquido, incendiato all’atto dell’uscita dalla punta della lancia con artifici elettrici e pirici; una «valvola d’intermittenza» comandata da una leva applicata all’impugnatura della lancia consente di iniziare o interrompere il lancio a volontà dell’operatore. Il raggio d’azione del getto è di 20-30 m, la durata di ogni raffica di pochi secondi. I l. sono stati installati anche su carri armati.
Il lanciagas, apparecchiatura per il lancio di aggressivi chimici simile al l. (manca, però, il dispositivo di accensione), trova impiego, per es., in operazioni di polizia.