(fosfatidilcoline) Denominazione di un gruppo di fosfolipidi, costituiti da glicerolo, acido fosforico, colina e da due residui di acido grasso; in natura si riscontrano solo le α-l., di formula generale
dove R−CO− e R′−CO− sono i due radicali acidi che possono essere saturi (acido palmitico o stearico) o insaturi (acido oleico, linoleico, linolico o arachidonico). Nelle l. del fegato e dell’uovo, per es., R−CO− è il radicale di un acido saturo, mentre R′CO− è il radicale di un acido insaturo. La l. del lievito, invece, possiede ambo i residui insaturi. Le l. sono presenti in tutte le cellule, sia animali sia vegetali, in quanto componenti essenziali, insieme ad altri fosfolipidi, della membrana cellulare. Costituiscono una fonte di colina per la cellula nervosa, sono interessate al fenomeno della coagulazione del sangue, sono importanti per il trasporto degli ioni sodio e potassio e degli amminoacidi. La determinazione della l. rappresenta uno degli esempi più attuali e importanti dell’analisi enzimatica in quanto può essere ricondotta a quella dell’ossigeno consumato nella ossidazione. La l. purificata è una sostanza bianca, simile alla paraffina; è molto igroscopica e si altera facilmente all’aria, trasformandosi in una sostanza bruna di odore e sapore sgradevoli. È insolubile in acqua e in acetone; è solubile in alcol, benzene, etere, etere di petrolio, cloroformio, tetracloruro di carbonio, acido acetico, piridina, glicerolo e in molti altri solventi organici. Le l. possono essere saponificate per ebollizione in soluzioni acquose o alcoliche di basi o idrolizzate a caldo in soluzioni di acidi forti (nel primo caso si producono saponi, sali degli acidi organofosforici, composti amminici, carboidrati, nel secondo acidi grassi). L’idrolisi delle l. può anche essere realizzata per via enzimatica grazie all’azione catalitica dell’enzima esterasi.
La l. può essere commerciata come l. naturale, l. sbiancata e l. sbiancata due volte; ognuna di queste forme si suddivide ulteriormente a seconda che presenti consistenza plastica o fluida. Ogni forma è caratterizzata da un differente valore HBL (bilancio idrofilo/lipofilo). La l. di origine vegetale del commercio si ottiene prevalentemente dai semi di soia, come sottoprodotto dell’estrazione dell’olio. È costituita da una miscela di l., cefalina, carboidrati, steroli, fosfoinositidi ecc. Per le sue proprietà emulsionanti, detergenti, antiossidanti e fisiologiche, è usata in numerose industrie e tra le più diverse: dall’industria alimentare (margarina, gelati, paste alimentari, biscotti, canditi ecc.) a quella dei cosmetici (creme, lozioni, brillantina, saponi ecc.), da quella dei lubrificanti (come disperdente e inibitore) a quella della vulcanizzazione, delle vernici, inchiostri da stampa, oltre che in terapia in sostituzione della l. delle uova. Il suo impiego come additivo alimentare (E322), pur non presentando problemi di tossicità ai comuni livelli di assunzione, è regolamentato in Italia dal d.m. 31 marzo 1965 (e successive integrazioni) in cui vengono riportati i campi di impiego e le dosi massime consentite. È stata proposta anche una l. sintetica (emulsifier YN), costituita da una miscela di trigliceridi e sali di ammonio di acidi fosfatidici derivati da olio di colza parzialmente indurito.