In linguistica, legge che regola l’accentazione di parola nella lingua latina classica, nella quale infatti l’accento non è libero (né quindi distintivo), bensì condizionato dalla quantità della penultima sillaba. L’accento cade sulla penultima se questa è lunga; cade sulla terzultima se la penultima è breve: monē′re ma lègĕre. Le eccezioni a questa legge sono solo secondarie e dovute a varie cause: caduta dell’ultima sillaba: illī′c(e), addū′c(e); contrazione: audī′t (per audivit); ad autonomia dei componenti del composto: calefă′cis e calefī′t; a rifacimento analogico (dèinde, accanto a deìnde, secondo dèin).