(gr. Λῆμνος) Isola della Grecia (476 km2), nel Mare Egeo settentrionale, a SE della Penisola Calcidica; capoluogo Kastro. Costituita da un imbasamento cristallino sormontato da rocce eruttive recenti, è divisa in due parti dalle incisioni costiere di Purniàs e Mùdros; è collinosa (430 m) e priva di vegetazione arborea. Agricoltura (cereali, vite, olivo), allevamento e pesca. Numerose le sorgenti termali.
Per la sua natura vulcanica, L. ebbe da epoca remota culti ctoni della Terra e di Efesto. Fu abitata in origine da una popolazione tracia di Sinti. Nell’8° sec. a.C. fu forse abitata dai Tirreni, cioè gli Etruschi (Τυρρηνοί), come sembra provare un documento trovato a Kamìnia in una lingua affine all’etrusca. Nel 6° sec., dopo una breve dominazione persiana, fu colonizzata da Atene cui rimase legata anche in seguito, nella lotta tra i principi ellenistici. Cadde sotto Roma e poi fu dei Bizantini. Nei sec. 9° e 10° fu più volte occupata dagli Arabi; dopo la 4ª crociata (1204), assegnata a Venezia, fu data in feudo dall’imperatore latino Enrico di Hainaut ai patrizi veneziani Navigaioso, spodestati nel 1268 da Michele VIII Paleologo. Conquistata nel 1456 dai Turchi e dai Veneziani nel 1464, fu ripresa dai Turchi nel 1479 e dal dominio ottomano passò alla Grecia al termine delle guerre balcaniche (1913).
Importante fu la fase dell’età del Bronzo, attestata da una serie di siti, di cui il più importante è Poliochni. Fu un centro fortificato (resti di mura e torri), con 4 principali fasi di occupazione. In età geometrica l’isola mostra una cultura non greca, con produzione di ceramica in bucchero grigio. Testimonianze di età tardogeometrica provengono dalla necropoli di Efestia, dal santuario della dea Lemnos e da Cabirio. I due centri più importanti in periodo storico sono Efestia e Myrina. A Efestia è stato ritrovato un santuario arcaico (7° sec. a.C.), sulla cui area più tardi si sviluppò un quartiere artigianale di ceramisti, un teatro con impianti scenici di epoca romana, alcune case e un’importante fase bizantina. A Myrina si riconoscono parte delle mura, resti di una necropoli e di un santuario di Artemide. Importante luogo di culto è il Cabirio (od. Chloi, 200 a.C.), santuario articolato su due terrazze, ciascuna occupata da un telesterion, da cui provengono diverse iscrizioni (5° sec. a.C.-3° d.C.). Nei pressi è stata rinvenuta una stipe votiva con materiale databile ai sec. 8° e 6° a.C.