liuterìa Arte di costruire strumenti musicali a corde, sia ad arco sia pizzicate; per estensione, bottega o laboratorio in cui si costruiscono viole, violini, violoncelli, contrabbassi, chitarre, tiorbe, mandolini. Questa professione ebbe quasi certamente origine tra i Tirolesi, ricchi di legno adatto. Celebri liutai d’origine tedesca si stabilirono tra il 15° e il 16° sec. in Italia: L. Maler, col figlio Siegmund e il garzone Markus a Bologna, M. Hartung a Padova ecc. Al loro esempio gli italiani risposero con grande eleganza e varietà di forme, finezza d’intaglio e qualità di suono. Tra questi: P. Dardelli a Mantova, G. Brensi, G. Della Corna, Zanetto e Pellegrino da Montechiari, G.B. Doneda e G. Virchi a Brescia. Con G. Bertolotti detto Gasparo da Salò (1540-1609), figlio di Francesco «Violì» liutaio «in contrada Violinorum», nacque il violino con la sua definitiva forma. Risultati altissimi si raggiunsero a Cremona tra il 16° e il 18° sec., grazie ad alcune celebri famiglie, tra le quali Stradivari, Amati e Guarneri.