Strumento musicale a corde e ad arco, appartenente alla famiglia della viola, del violoncello e del contrabbasso, nella quale occupa il posto del soprano, offrendo l’estensione più acuta di tutti gli altri, dal sol2 al do7. Fissato nella sua forma attuale alla fine del Cinquecento (v. fig.), è costituito da un corpo di legno d’acero e di abete stagionato e verniciato a olio, con vari elementi essenziali (piano armonico, fondo armonico, fasce di unione tra i due piani, ponticello, catena e anima, manico, tastiera ecc.), su cui sono tese 4 corde di minugia e a volte metalliche, accordate sol2, re3, la3, mi4, poste in vibrazione con l’arco e talvolta pizzicate con le dita; il manico si tiene con la mano sinistra, appoggiando la cassa tra la spalla sinistra e il mento. La tecnica dello strumento è particolarmente agile, con numerosissime possibilità virtuosistiche, e il colore del timbro è brillante e luminoso.
I primi v. apparvero verso la metà del Cinquecento; la tradizione ne assegna l’invenzione all’italiano G. da Salò, primo liutaio bresciano di grande fama, la cui opera fu proseguita da G.P. Maggini. Il primo violino conosciuto che abbia tutte le caratteristiche dello strumento è quello di A. Amati, risalente al 1570 circa. Con Amati e con i suoi figli ebbe inizio la scuola cremonese di liutai, che contò nomi famosi come quelli di G. Guarneri del Gesù e di A. Stradivari. Quest’ultimo raggiunse nei suoi strumenti un livello di qualità ancora oggi considerato insuperabile. Fuori dall’Italia l’unico liutato noto fu nel 18° sec. J. Stainer.
Per estensione il termine indica anche chi suona il v. in un complesso; nell’orchestra si distinguono gruppi di primi e secondi v.; il primo v. è il più importante dei primi v.: a lui spettano tutti gli assolo, e ha il compito fondamentale di consigliare e coadiuvare il direttore d’orchestra durante le prove, nella fase della concertazione, e in generale di rappresentare l’orchestra, ed è chiamato, per questa sua importante funzione, anche spalla o v. di spalla; tutti i violinisti del complesso orchestrale tranne il primo v. sono chiamati v. di fila.