Uomo politico italiano (Caltagirone 1871 - Roma 1959). Sacerdote (dal 1894), convinto assertore della necessità di coerenza per i credenti tra vita religiosa e impegno politico, attento analista dei rapporti tra Chiesa e Stato, fondò il Partito popolare italiano (1919). Antifascista, S. fu sempre fedele all'idea che le libertà sociali e la democrazia costituiscano un binomio inscindibile a patto che non vengano schiacciate dagli eccessi dello statalismo.
Dopo aver studiato in seminario a Caltagirone ed essere stato ordinato sacerdote, si trasferì a Roma dove si laureò in teologia all'università gregoriana (1898) e dove entrò in contatto con R. Murri e G. Toniolo, avvicinandosi agli ambienti della democrazia cristiana. Tornato a Caltagirone, dove già nel 1897 aveva fondato il giornale La Croce di Costantino, S. promosse la costituzione di cooperative agricole, casse rurali e società operaie, nel quadro di un progetto di rinnovamento dell'economia meridionale fondato sulla media e piccola proprietà, sul rifiuto del protezionismo e dell'assistenzialismo statale e sull'ampliamento delle autonomie locali. Fautore della partecipazione dei cattolici alla vita politica, ma rispettoso del non expedit, concentrò la sua attività nell'ambito amministrativo. Prosindaco di Caltagirone (1905-20), vicepresidente dell'Associazione dei comuni italiani (1915-24), fu segretario della Giunta dell'Azione cattolica (1915-17). Nel dopoguerra, venuto meno il non expedit, fondò il Partito popolare italiano (genn. 1919), di cui assunse la carica di segretario. Contrario alla partecipazione dei popolari al governo Mussolini (ott. 1922), nel congresso di Torino (apr. 1923) S. riuscì a portare il PPI all'opposizione. Costretto a dimettersi da segretario del partito (luglio 1923) sostenne la secessione dell'Aventino e la collaborazione con i socialisti. Nel 1924 fu indotto dal cardinale P. Gasparri a lasciare l'Italia e si stabilì a Londra, poi a New York (1940). Rientrato in Italia (1946), riprese l'attività politica, pur non aderendo ufficialmente alla Democrazia cristiana, e particolarmente dura fu la sua battaglia contro l'intervento statale nell'economia e la sua polemica contro la sinistra. Senatore a vita (1952), dal 1954 fu vicepresidente dell'Istituto della Enciclopedia Italiana.
Tra le sue opere si ricordano: Italy and fascismo (1926); Essai de sociologie (1935); Politics and morality (1938); Sul partito popolare italiano (3 voll., 1956). Postume sono apparse: Mezzogiorno e classe dirigente (a cura di G. De Rosa, 1985); Opere scelte (6 voll., 1992). Nel 1954 è stato dato inizio alla pubblicazione degli Opera omnia a cura dell'Istituto di scienze sociali e storiche L. Sturzo, fondato nel 1951.