Negli USA (propriamente Master’s degree), titolo universitario che si consegue dopo aver frequentato uno o due anni di studi specializzati, necessario per accedere a molte professioni o per insegnare nelle scuole secondarie.
In Italia, corso di formazione, generalmente post-universitario, della durata di uno o due anni, al termine del quale si consegue un diploma di specializzazione in discipline aziendali. Nell’organizzazione della didattica universitaria varata nel 2001, corso di specializzazione di durata annuale, distinto in due livelli, che può seguire chi ha conseguito una laurea triennale (per il m. di primo livello) o una laurea specialistica (per quello di secondo livello); anche, il titolo che si ottiene alla fine del corso.
Parte di un’apparecchiatura che ne dirige e controlla il funzionamento.
In acustica, disco metallico utilizzato specialmente in passato per la produzione, mediante compressione, dei dischi fonografici; anche l’originale di una registrazione che serve per la produzione di copie.
In elettronica, l’originale della maschera per la formazione di circuiti elettronici.
In informatica, masterizzatore, dispositivo hardware in grado di scrivere informazioni digitali su supporti ottici, CD e DVD, siano esse dati, audio o video. Il termine inglese che indica la scrittura a opera di un masterizzatore è burn e deriva dal fatto che la scrittura viene effettuata per mezzo di un laser che crea dei solchi sul supporto; sul supporto così bruciato si distinguono pits e lands che, riflettendo in modo diverso la luce, permettono la lettura dei dati ivi codificati. In base ai tipi di masterizzatori e supporti utilizzati, il processo di scrittura può essere reversibile o meno. Si distinguono masterizzatori interni ed esterni; i primi sono collegati su bus ATA, SATA o SCSI, i secondi utilizzano le interfacce USB, firewire o SCSI. Per la masterizzazione si utilizzano appositi software, che permettono di impostare i parametri necessari (per es. la velocità di scrittura).