Termine, coniato verso la fine del 19° sec. sul modello di patriarcato e introdotto nell’ambito degli studi antropologici in origine per indicare un’organizzazione sociale fondata sulla filiazione matrilineare. Successivamente, nell’ambito delle ipotesi evoluzioniste, esso acquistò sempre più il significato di un sistema sociale, speculare a quello patriarcale, fondato su un diritto materno capace di garantire alle donne ruoli e status predominanti. All’interno delle diverse posizioni evoluzioniste (L.H. Morgan e, soprattutto, J.J. Bachofen) il m. era dunque considerato una fase primitiva di organizzazione sociale, poi sostituita dal patriarcato. Le ricerche antropologiche hanno dimostrato non solo l’assoluta insostenibilità delle congetture evoluzioniste su ipotetici passaggi da fasi matriarcali a fasi patriarcali, ma anche l’assenza, dal panorama di tutte le società antiche o contemporanee a noi note, di organizzazioni sociali fondate sull’assegnazione di potere politico alle donne piuttosto che agli uomini.