Città dell’Arabia Saudita (918.889 ab. nel 2004), nel Hegiaz, a 402 m s.l.m. in una fertile oasi, al centro di una estesa pianura; capoluogo dell’omonima provincia. Comunica con la costa del Mar Rosso, distante circa 200 km, tramite il solco dello Uadi Safra, allo sbocco del quale sorge il porto di Yanbu al-Bahr. Oltre che meta di pellegrinaggi, che formano la principale risorsa commerciale della città, è centro agricolo di una zona che produce frutta e ortaggi. È capolinea della ferrovia per Damasco.
Nota dai tempi preislamici come Yathrib, assunse il nome di M. («la città del Profeta») nel 622. Durante la lotta di Maometto contro la Mecca e le tribù alleate, la città fu assediata (627); l’impresa, detta anche ‘guerra della fossa’, rimase tuttavia senza risultato. Il trionfo di Maometto e l’estendersi della sua influenza in Arabia fecero di M. la capitale di un nuovo Stato che, dopo la morte del profeta, assurse a vastissimo impero. Ma la trasformazione politica ed economica che questi eventi produssero nella vita araba, trasformò M. in città di provincia e Damasco in capitale. Circondata di venerazione come luogo santo e divenuta centro di studi religiosi, M. seguì le sorti della Mecca. Divenuta luogo di pellegrinaggio per il culto della tomba di Maometto, ivi sepolto, fu occupata (1804) dai wahhabiti che distrussero molti suoi edifici sacri. Dal 1916 al 1919 i Turchi vi resistettero all’assedio dello sceriffo al-Ḥusain. Dopo essere stata capitale del Regno del Hegiaz, nel 1924 accolse anch’essa i vincitori wahhabiti e da allora fa parte, come la Mecca, del Regno dell’Arabia Saudita.
Due cerchie di mura cingono la città antica, allargandosi in un vasto spiazzo utilizzato dalle carovane. Alle mura si appoggia a NO un forte costruito dai Turchi, alla cui dominazione risalgono anche gli spaziosi quartieri che formano la città moderna. Nella città murata s’innalzano numerosi minareti e sorge la moschea del Profeta sul luogo della sua casa, poi sepolcro, rifatta nel 706 come grandiosa moschea, che servì da modello a tutte quelle dell’islam. Più volte ricostruita, nell’aspetto attuale risale al 1853.