(arabo Makka) Città dell’Arabia Saudita (1.294.168 ab. nel 2004; 1.490.000 ab. nel 2007 considerando l’intera agglomerazione urbana), capoluogo della provincia omonima. È la città santa dell’islam e luogo di nascita di Maometto. Sorge a 360 m s.l.m., a O dell’orlo dell’altopiano arabico, nel Hegiaz centrale, in una piccola valle fra colline brulle e aride, al centro di una regione assai povera. Lo sviluppo della città, una delle più popolate dell’Arabia, è legato essenzialmente ai pellegrinaggi religiosi, che fanno affluire ogni anno milioni di fedeli, incrementando l’industria alberghiera, gli scambi commerciali e l’artigianato (del cuoio, dell’argento e del vasellame). Al soggiorno dei pellegrini sono riservate le zone urbane periferiche, dove sono i sobborghi residenziali.
In epoca imprecisabile, forse in connessione con il decadere dei regni dell’Arabia meridionale, la tribù araba dei Quraish si sovrappose al più antico strato della popolazione meccana, costituendo, con l’organizzazione del commercio carovaniero, una sorta di oligarchia mercantile. Fin dai tempi più antichi ebbe grande importanza il pellegrinaggio annuale al santuario della Ka‛ba e la fiera relativa. Il trionfo dell’islamismo nel 7° sec., facendo della M. la città santa di una religione mondiale, ne aumentò immensamente il prestigio, ma non le conferì un primato politico, che restò alla città del Profeta, Medina, e passò poi a Cufa, a Damasco e Baghdad. Da centro di intrighi contro i Califfi (rivolta dell’anticaliffo Ibn az-Zubair, 692), la M. divenne centro religioso e di studio, ma anche di vita mondana. Con il decadere del Califfato, alcuni discendenti di ‛Alī e Fāṭima (insigniti in quanto tali del titolo di sceriffo) finirono con l’acquistare la preminenza in città, sostituendovi il governatore di nomina califfale. Ma questo governo locale fu soprattutto intento a sfruttare economicamente il pellegrinaggio, e accettò senza resistenza le varie dominazioni che si succedettero nell’Arabia centrale: Ayyubiti, Mamelucchi, Turchi Ottomani. Il dominio di questi ultimi, iniziato nel 1517, e interrotto negli anni 1803-13 dalla breve prima occupazione dei wahhabiti, ebbe fine nel 1916 con la rivolta dello sceriffo al-Ḥusain ibn ‛Alī, che si proclamò re del Hegiaz. L’effimero regno di al-Ḥusain fu a sua volta abbattuto nel 1924 dai wahhabiti di Ibn Sa‛ūd, che rioccuparono la città santa.
La città, dominata a S da una fortezza, è divisa in due parti (Città Alta e Città Bassa) dalla Grande Moschea, che ne occupa il centro, consacrata da Maometto nel 630 e ampliata più volte; consiste in un vastissimo cortile porticato (rifatto nel 16° sec.), all’interno del quale, oltre alla Ka‛ba, cubo di pietra grigia rivestito all’esterno di un tappeto nero, si trovano altri monumenti minori (maqām Ibrāhīm, tombe ecc.). Alcune delle altre antiche moschee sono state ricostruite nel 20° secolo.
Balsamo della M. Oleoresina, tratta da alberi della famiglia delle Burseracee (➔ balsamo).