La durezza misurata, mediante un microdurometro, in punti della superficie pulimentata di un campione metallico. Il microdurometro è costituito essenzialmente da un penetratore di diamante che lascia sulla superficie del pezzo un’impronta, accoppiato a un microscopio provvisto di uno speciale reticolo per determinare le dimensioni dell’impronta medesima: il penetratore di diamante viene premuto con forza costante (50 mN ca.) contro la superficie del pezzo in esame, e poi allontanato per consentire l’avvicinamento del microscopio e la misura dell’impronta. Per la buona riuscita della prova (detta di m.) è necessario che la superficie del pezzo in esame sia ben lucidata e spesso anche opportunamente attaccata, allo scopo di porre in evidenza i diversi costituenti strutturali di cui interessa determinare le caratteristiche.