Milano
Da nove secoli grande centro economico d’Italia
Situata nel cuore della Valle Padana, Milano è una metropoli europea e il centro più vitale dell’economia italiana. La città viene definita spesso capitale per la sua importanza nel campo dell’industria e del commercio, dell’editoria e della moda, del design e della finanza. Simbolo del prestigio internazionale di Milano è la sua Borsa valori, tra le più importanti d’Europa per volume di transazioni
Secondo lo storico romano Tito Livio, fu il leggendario principe celtico Belloveso a fondare Mediolanum, nome di origine celtica che significa «paese in mezzo alla pianura». Il primo nucleo abitato, creato dai Galli Insubri intorno al 400 a.C., acquistò importanza crescente nella Pianura Padana. Nel 222 a.C. Mediolanum fu conquistata dai Romani e conobbe una grande fioritura. Nel 292 fu scelta come capitale dell’Impero Romano d’Occidente, e tale rimase sino al 402, quando il suo posto venne preso da Ravenna.
Alla fine del 4° secolo la città divenne uno dei pilastri del cristianesimo grazie anche alla personalità di s. Ambrogio, vescovo dal 373. Saccheggiata e devastata nel periodo delle invasioni barbariche, nel 569 fu conquistata dai Longobardi e rimase sotto il loro dominio sino al 774, quando ebbero il sopravvento i Franchi. Nel periodo carolingio i vescovi milanesi acquistarono un ruolo sempre più importante nella vita cittadina.
A favorire la costituzione di un libero Comune (comunale, civiltà) contribuì nella seconda metà dell’11° secolo la pataria, un movimento di rinascita religiosa e spirituale che ebbe anche importanti connotazioni politiche e sociali, sfidando il potere dell’alto clero e dei grandi feudatari. Alla metà del 12° secolo il Comune di Milano si trovò a difendere i propri diritti contro Federico I Barbarossa, che la espugnò nel 1162. Nel 1176, però, unitasi nella Lega Lombarda con Cremona, Mantova, Bergamo e Brescia, Milano riportò una storica vittoria a Legnano. La fine del 12° secolo vide anche l’inizio dei conflitti interni tra i grandi feudatari e la borghesia mercantile; dopo un periodo di convulsi avvicendamenti al potere, nel 1205 venne istituito il governo di un podestà che assicurò la tutela degli interessi del ceto mercantile.
All’inizio del Duecento, Milano divenne un fiorente centro commerciale e industriale; grande importanza acquistò l’industria della lana, organizzata in grandi manifatture gestite dall’ordine religioso degli umiliati. Con Gian Galeazzo Visconti, divenuto duca nel 1395, Milano cessò di esistere come soggetto di una politica autonoma e venne riassorbita nella struttura statale del ducato. Fu questo un periodo di grande prosperità economica per la città, che grazie alla coltura del gelso divenne un centro dell’industria della seta, rinomato soprattutto per i preziosi broccati.
Nel 1447, morto senza eredi il duca di Milano Filippo Maria Visconti, il partito aristocratico avverso ai Visconti proclamò la Repubblica Ambrosiana. Ma appena tre anni dopo Francesco Sforza si impadronì della città, dando inizio al dominio della dinastia sforzesca. Con Ludovico Sforza detto il Moro la corte milanese divenne una delle più splendide d’Italia e d’Europa, meta di artisti celebri come Leonardo da Vinci. Su iniziativa del Moro venne costruita una delle più efficienti e moderne strutture assistenziali dell’epoca, la Congregazione di Pietà con il Monte di Pietà. Nel 1499, però, le truppe francesi di Luigi XII conquistarono il ducato di Milano. La città, contesa tra Francesi e Carlo V, nel 1535 entrò a far parte dei domini asburgici.
Nel 1629-30 Milano fu colpita da una grave epidemia di peste, che fece più di 70.000 vittime. Si scatenò la caccia agli untori, cioè ai presunti responsabili del contagio, che portò a condannare a morte due innocenti. In memoria del fatto fu eretta una colonna, detta infame. La vicenda fu raccontata da Alessandro Manzoni in un’opera storica pubblicata come appendice de I promessi sposi.
Sotto il dominio spagnolo Milano conobbe un periodo di crisi e di decadenza economica, aggravata dalle carestie e dalle epidemie di peste.
Nel 1707, con Eugenio di Savoia, Milano passò dal dominio spagnolo a quello austriaco. Sotto i sovrani illuminati Maria Teresa e Giuseppe II la città visse una significativa ripresa della vita economica, artistica e culturale, diventando uno dei principali centri italiani dell’Illuminismo.
Nel 1796 gli Austriaci abbandonarono Milano a Napoleone, accolto con entusiasmo dalla popolazione. Sotto il regime napoleonico, nella Repubblica Cisalpina, e come capitale della Repubblica Italiana creata nel 1802, Milano conobbe un notevole sviluppo urbanistico, con la realizzazione di imponenti opere pubbliche.
Nel 1814, dopo la disfatta di Napoleone a Lipsia nel 1813, Milano tornò nuovamente sotto il controllo asburgico. Il regime poliziesco degli austriaci alimentò i moti carbonari (Carboneria), duramente repressi. Finalmente, il 18 marzo 1848, la città insorse e scacciò gli oppressori dopo cinque giorni di eroici combattimenti: le famose Cinque giornate di Milano.
Nel Regno d’Italia, costituito nel 1861, Milano si affermò ben presto come centro della grande industria italiana. Durante la Seconda guerra mondiale la città fu duramente colpita dai bombardamenti, che causarono danni incalcolabili. Occupata dai Tedeschi dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, divenne il principale centro di opposizione al governo fascista ripristinato con la Repubblica Sociale. Dopo la guerra, la ripresa delle attività industriali e commerciali ebbe un rapidissimo sviluppo, portando di nuovo la città a essere il cuore della vita produttiva ed economica del paese.
A partire dagli anni Ottanta Milano ha conosciuto al pari di altre città italiane un forte decremento demografico, a seguito dell’esodo massiccio della popolazione verso la periferia. Il fenomeno però ha subito un rallentamento nell’ultimo decennio, in seguito alla concentrazione nell’area milanese di attività produttive altamente specializzate del settore terziario; nel 2004 la città contava 1.299.439 abitanti. Questa sorta di contro-esodo però ha comportato anche un aggravarsi dei già notevoli problemi ambientali, con l’aumento del traffico urbano che negli ultimi anni ha costretto a decretare ripetutamente il blocco della circolazione delle auto.
Il monumento forse più rappresentativo di Milano è il Duomo, massima espressione del gotico italiano, iniziato nel 1386 per volere di Gian Galeazzo Visconti. L’edificio in marmo è ornato da 135 guglie e da 2300 statue, tra cui svetta la Madonnina dorata, uno dei simboli della città. A s. Ambrogio, il grande vescovo patrono di Milano, si deve l’omonima basilica, costruita nel 4° secolo e riedificata tra l’11° e il 12° secolo. La chiesa delle Grazie, costruita nel Rinascimento, ospita la famosa tribuna del Bramante. Nel refettorio della chiesa si trova il celeberrimo Cenacolo di Leonardo da Vinci, miracolosamente scampato ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, e recentemente restaurato.
La massima espressione dell’architettura rinascimentale è il poderoso Castello Sforzesco, iniziato nel 15° secolo e notevolmente ristrutturato all’inizio del Novecento. Nella seconda metà del Quattrocento fu realizzato anche l’Ospedale Maggiore, il primo ospedale laico del mondo, oggi sede dell’università. La Biblioteca Ambrosiana, fondata alla fine del Cinquecento dal cardinale Federico Borromeo, accoglie oltre 35.000 manoscritti antichi e pregiati ed è una delle biblioteche più importanti del mondo. Nel Palazzo di Brera, ricostruito alla fine del Seicento sul luogo di un antico monastero medievale, si trova la celebre Pinacoteca, ricca di capolavori di Raffaello, Caravaggio, Piero della Francesca. Opere di gran pregio ospita anche la Pinacoteca Ambrosiana, istituita nel 1621.
Un elemento caratteristico della topografia milanese sono i Navigli, una rete di canali navigabili costruiti a partire dalla seconda metà del 12° secolo. I più importanti erano il Naviglio Grande, derivato dal Ticino, e il Naviglio Piccolo, progettato da Leonardo da Vinci nel 1460, che collegava Milano all’Adda e al Lago di Como. Oggi nell’area urbana i Navigli sono completamente coperti, a eccezione del Naviglio Grande e del Naviglio Pavese, che però non sono più navigabili.