Potente e ricca famiglia del Regno di Napoli che comincia ad avere rilievo storico già nell'età dei primi Angioini. Fra tutti ricordiamo Filippo, arcivescovo di Napoli dal 1288 al 1301, insigne per le opere eseguite nel duomo e per la sua attività di uomo di cultura, noto anche perché ricordato nella novella boccaccesca di Andreuccio da Perugia; Pietro, siniscalco al tempo di Giovanna I (tra il 1343 e il 1381); Enrico (m. 1412), dell'obbedienza di Urbano VI, vescovo di Bitonto (1382-83), poi di Trani (1383-90), infine, arcivescovo di Napoli (1390-1400), che restaurò la facciata del duomo e vi costruì una cappella di famiglia; cardinale prete di S. Anastasia, eletto da Bonifacio IX, fu poi card. vescovo di Tuscolo (1405) e infine di Sabina (1409); Ceccarella (v.). Assunto anche l'altro cognome Capece e divenuta così Capece M., si ritrova fra i suoi personaggi più insigni Antonio Capece M., principe di Canosa (v. Canosa, Antonio Capece Minutolo, principe di). Da questa famiglia hanno avuto origine la famiglia Minutoli (v.), poi Minutoli-Tegrimi, lucchese, e la famiglia Capece M., in Sicilia.