Militare e uomo politico egiziano (Kafr El-Moseilho, el-Menufiyya, 1928 - Il Cairo 2020). Direttore generale dell'accademia aeronautica dal 1967, dal 1972 fu capo di stato maggiore dell'aeronautica e dopo il conflitto del 1973 con Israele divenne tenente generale. Vicepresidente di A. as-Sādāt dal 1975, dopo l'assassinio di quest'ultimo (1981), gli successe alla presidenza della Repubblica (con la ratifica di un referendum popolare) e alla guida del Partito nazionale democratico. Ha condotto una politica interna di carattere autoritario; sul piano internazionale ha guidato l'Egitto a un graduale riavvicinamento ai paesi arabi (riammissione nella Lega araba nel 1989) e ha svolto un'importante attività diplomatica, rafforzata dal proprio ruolo di interlocutore privilegiato degli USA, nelle numerose crisi politiche e militari che hanno attraversato il mondo arabo negli anni Ottanta e Novanta. Rieletto presidente nel 1987, 1993, 1999, e 2005 , M. accentuò nel corso degli anni Novanta la politica repressiva per stroncare l'intensificata azione terroristica dei gruppi integralisti islamici, che attentarono in più occasioni alla sua stessa vita. Sul piano internazionale continuò a promuovere il ruolo di mediazione dell'Egitto nell'ambito del conflitto mediorientale, contribuendo ai negoziati che sfociarono negli accordi del settembre 1993 e del settembre 1999 fra Israele e OLP. Nel corso del 2000 M., pur condannando la linea intransigente adottata dal governo israeliano dopo la ripresa dell'intifāḍa, si adoperò, insieme agli Stati Uniti, per mantenere aperto il dialogo fra le parti. Dopo l'attentato alle Twin Towers di New York (sett. 2001), M. garantì il sostegno dell'Egitto alla lotta contro il terrorismo, ma dovette fronteggiare il riacutizzarsi dell'opposizione integralista, in particolare quella dei Fratelli musulmani, soprattutto dopo i bombardamenti sull'Afghānistān, la recrudescenza degli scontri in Palestina e la guerra contro l'Iraq del 2003. Alle elezioni politiche del 2010 il Partito nazionale democratico di M. ha ottenuto 419 dei 508 seggi in parlamento, grazie anche al ritiro dal secondo turno elettorale delle principali formazioni d’opposizione. Nel febbr. 2011 M. è stato costretto a dimettersi, dopo trent'anni di regime, a seguito delle sommosse popolari scoppiate in Egitto da gennaio, nate per il desiderio di rinnovamento politico e sociale, lasciando il paese sotto governo militare. Accusato di corruzione e di omicidio plurimo per avere ordinato di sparare sui manifestanti durante le sommosse popolari di piazza provocando la morte di oltre 850 persone, nel giugno 2012 l'uomo politico è stato ritenuto colpevole di tali reati e condannato all'ergastolo, subentrandogli nella carica presidenziale il candidato dei Fratelli musulmani M. Mursi; assolto dalla Corte d'appello nel marzo 2017, nello stesso mese l'uomo politico è stato scarcerato.